Fundone, da informatico ad agricoltore

Pieve. Il 29enne coltiva patate, mais e ora anche la canapa nella sua azienda “Il frutto del Cadore”. Ma di sera fa il pizzaiolo

PIEVE DI CADORE. Canapa, tanto per cominciare. Emilio Fundone ha 29 anni, vive a Pieve e ha un'esperienza da tecnico informatico, ma «dopo aver girato un po' il mondo, per passione ma anche per lavoro, e aver visto quanto si può essere felici con semplicità, ho deciso di dare una svolta alla mia vita». Così l'anno scorso si è messo a fare l'agricoltore e ha aperto l'azienda “Il frutto del Cadore”. Ha cominciato a coltivare patate e mais, prodotti tipici del Bellunese, in un campo di sua proprietà di circa un ettaro. In mezzo ci ha piantato anche la canapa. È il terzo in provincia di Belluno ad aver deciso di recuperare questa coltivazione tradizionale, perché è «poco impegnativa, fertilizza il terreno perché le radici lo arieggiano bene e contrasta la formazione di infestanti».

I semi li ha comprati da “Assocanapa”, visto che per essere legali devono contenere meno dello 0,2 per cento di Thc, il principio attivo che rende i fiori materia buona per la marijuana. In questo caso si tratta di varietà innocue, che Fundone utilizzerà per fare «olio e farina con un mulino a noleggio». L'idea gli è venuta a Pedavena, dove qualche settimana fa ha ascoltato Manuela Pierobon, laureata in Scienze e tecnologie per l’ambiente e il territorio, raccontare la sua esperienza di coltivatrice di canapa a Soccher. «Il racconto di Manuela mi ha incuriosito e appassionato», racconta il giovane imprenditore, «ho preso subito contatti con lei che è stata molto disponibile e mi ha dato qualche dritta per cominciare a fare il mio campo».

Nel giro di neanche un mese, ecco realizzato un sogno da 2 mila metri quadrati. La coltivazione sarà a rotazione annuale per permettere al terreno di respirare e a quello fertilizzato dalla Cannabis sativa di dare i suoi frutti migliori. Non potrà però ripiantare gli stessi semi, visto che «il sole, il clima e il terreno potrebbero comportare una mutazione di specie e innalzare il livello di Thc», come gli hanno spiegato. Oltre alla terra, Fundone alleva alcune caprette e gestisce un piccolo apiario. Alla base restano saldi i principi della «ecosostenibilità e della tipicità: voglio coltivare prodotti storici del nostro territorio, perché altrimenti non saprei come diventare competitivo sul mercato. Specializzandomi in alcune varietà più particolari invece, spero di potermi inserire con più facilità». Il lavoro al momento non ripaga, infatti la sera Fundone lavora come pizzaiolo. Il resto del giorno è chino sul campo. Niente pesticidi, solo tanta cura e altrettanta pazienza. Meno con la canapa, visto che va da sé. L'idea però è già quella di espandersi: «Quassù è difficile trovare terreni coltivabili perché oltre a essere difficili da lavorare, sono frammentati», spiega il giovane, «per questo chiedo una mano ai miei concittadini: se avete qualche appezzamento che non usate, io mi rendo disponibile a coltivarlo». Pur di farlo, lascia anche un numero per contattarlo: 3407350469. (f.v.)

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