Fuoco con l’Autan dimessi gli scout intossicati a Ospitale

Hanno usato l’antizanzare per accendere la legna e cucinare Curati in 14 minori, 10 hanno trascorso la notte in ospedale
Di Marco Ceci

OSPITALE DI CADORE. Intossicazione conseguente all’inalazione di un mix di fumi tossici. È la diagnosi stilata dal personale del reparto di pediatria dell’ospedale di Belluno che, mercoledì sera, ha deciso di trattenere in osservazione sei giovani scout appartenenti al gruppo evacuato durante un campo in località Ronci, sopra l’abitato di Ospitale. Gruppo che, stando alle testimonianze fornite dagli stessi scout ai medici, aveva spruzzato un antizanzare (l’Autan) sulla legna, per accendere il fuoco che sarebbe servito per preparare la cena nella cucina all’aperto, con tettoia, allestita vicino alle tende.

Altri tre giovani hanno invece trascorso la notte in osservazione all’ospedale di Pieve di Cadore, mentre sono stati complessivamente 14 gli scout (tutti di Vedelago) transitati, tra le 21.30 e l’una di notte, per i due pronto soccorsi bellunesi.

Al San Martino i sei casi con i sintomi più seri, ma non gravi: tre ragazzi (due di 11 e uno di 13 anni) sono stati dimessi già ieri mattina, mentre gli altri tre (rispettivamente di 12, 14 e 16 anni) sono stati tenuti in osservazione fino a ieri sera. «Tutti i pazienti (nella notte sono giunti nei due ospedali i loro genitori, ndr)», ha spiegato Giangiacomo Nicolini, medico della pediatria del San Martino, «sono stati sottoposti a ossigeno terapia, in quanto presentavano i sintomi di un’intossicazione. In nessun caso, comunque, sono state evidenziate conseguenze serie per la salute dei ragazzi».

In un primo momento si era pensato a un’intossicazione da monossido di carbonio. «Tutti i ragazzi sottoposti ad accertamenti medici avevano accusato sintomi di malessere quali cefalea, pesantezza, stanchezza, dolori muscolari, difficoltà a respirare. Il problema è che difficilmente l’intossicazione da monossido di carbonio, da sola, può giustificare quanto accaduto. Per noi era comunque l’ipotesi principale, ma i valori trovati nel sangue erano molto bassi, per cui anche il centro anti-veleni, sentito telefonicamente, ci ha spiegato che difficilmente poteva trattarsi di intossicazione da monossido se nel sangue erano stati trovati valori così bassi. Verosimilmente, quindi, è stata una combinazione di fumi tossici, probabilmente la combinazione tra il monossido di carbonio e i fumi e i vapori contenuto nel contenitore dell’Autan che, come hanno riferito i ragazzi, era stato spruzzato per cercare di far prendere meglio la legna. Da qui, probabilmente, si è creata una sorta di piccola nube tossica che, una volta inalata, ha provocato i disturbi. È stato riferito anche di un ragazzino che è entrato nella cucina da campo e ha cominciato a ridere, non riuscendo più a fermarsi: effetti che si manifestano quando siamo in presenza di altri tipi di gas».

Fuoco che, in realtà, nonostante l’utilizzo dell’insolito “additivo” da parte degli scout, non si è mai acceso. Una combustione in assenza di ossigeno che, appunto, ha prodotto solo molto fumo. La prima chiamata al centralino del Suem 118 è partita alle 20.42, quando gli istruttori del campo (in tutto 24 minori e 5 accompagnatori) hanno segnalato lo stato di malessere di tre ragazzi, con sintomi di intossicazione. Alle 21.05 una seconda chiamata, altri due ragazzi si erano sentiti male. Sul posto è stata quindi inviata un’ambulanza, mentre venivano allertati carabinieri, vigili del fuoco e Soccorso alpino, in quanto il luogo dove era stato allestito il campo scout non era facilmente raggiungibile.

Mercoledì notte, invece, altri dieci scout (che non accusavano disturbi particolari) sono stati ospitati precauzionalmente nella stazione del Cnsas di Longarone, sotto il controllo di personale Suem 118 e del Soccorso Alpino.

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