Fuoripista su neve fresca «Chiarezza sulle regole»

Sci e turismo, il freeride è in forte espansione ma non è permesso ovunque Sabato a Pieve le guide alpine e gli operatori del settore a convegno

PIEVE DI CADORE. Cresce l’interesse per lo sci fuori pista. Il numero dei praticanti aumenta di anno in anno. Ad accorgersene per primo è stato il mercato del turismo sulla neve che sta promuovendo alla grande questa attività ludico-sportiva. Il freeride, l'attività fuoripista su neve fresca che ha come scopo non tanto l'allenamento fisico quanto il divertimento e la ricerca di libertà, piace sempre di più. Come indicano i dati attualizzati dell'Osservatorio italiano del turismo montano, promosso da Skipass Panorama Turismo, la quota di coloro che lo praticano in maniera “esclusiva” sta infatti guadagnano posizioni nelle classifiche di gradimento degli amanti della montagna, destando di conseguenza l'interesse sia delle aziende produttrici sia delle destinazioni turistiche.

Una quota che si affianca a coloro che praticano lo scialpinismo, fenomeno che continua inarrestabile a conquistare nuovi seguaci: sono infatti oltre 50.000 i praticanti italiani nella stagione 2014/2015.

Sarà la possibilità di godere di un rapporto privilegiato con la natura, fuori dai soliti percorsi, sarà la voglia di mettersi alla prova e scoprire i propri limiti, fatto sta che anche quest’anno questo segmento sportivo si conferma il più dinamico del comparto (+6,25% sulla stagione precedente a fronte, per esempio, di un +0,33% dello sci alpino, di un +3,06% dello sci da fondo e di un -1,42% dello snowboard).

Dall’Austria, dalla Svizzera, dalla Francia, ma anche da alcune regioni italiane a cominciare dalla Lombardia, dove il freeride è regolamentato, arrivano dati economici di grande interesse. E in Veneto? «In Veneto», dice Lio De Nes, presidente del Collegio regionale delle guide alpine del Veneto, «c’è poca chiarezza sulla possibilità di praticare la disciplina sportiva dello sci fuori pista nei comprensori sciistici. Sempre più spesso troviamo cartelli che impediscono questa attività e ordinanze comunali che la vietano. Poi ci sono aree dove i divieti magari non ci sono o non si vedono ma le sanzioni amministrative piovono abbondanti. Non si può andare avanti così. È indispensabile arrivare ad un chiarimento».

Per provare a far chiarezza i Collegi regionale e nazionale delle guide alpine hanno organizzato un confronto pubblico sabato alle 15.30 in Magnifica. Al centro dell’attenzione saranno le esperienze che si stanno facendo in Italia e in Europa. «Un esempio, molto positivo sia per quanto riguarda la promozione che i risultati», ricorda De Nes, «è quello di Madesimo in Lombardia che predisponendo siti e regole nel comprensorio ha incrementato significativamente i passaggi stagionali».

Al convegno un intervento di peso sarà quello del presidente nazionale della commissione tecnica del Collegio delle guide, Andrea Sarchi, che sarà accompagnato dalle guide ampezzane Davide Alberti e Poalo Tassi. Interverranno maestri delle scuole di sci di Cortina come Sebastiano Dablà, Filippo Menardi e il freerider Massimo Braconi. Un altro contributo molto significativo arriverà dall’avvocato Marco Zambelli che getterà le basi della piattaforma di regole e normative inerenti alle responsabilità. Parleranno anche i componenti del soccorso alpino come Fabio Rufus Bristot e Florio Da Rin, e ancora il responsabile del Centro valanghe di Arabba Francesco Somavilla, operatori turistici, amministratori comunali, provinciali, regionali e giornalisti.

Alessandra Segafreddo

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