Furti di rame, pesanti condanne
I rom con un debole per il rame. La banda di tre nomadi romeni, che nei primi tre mesi del 2011 ha colpito tra Longarone, Santa Lucia di Piave e un paio di località della provincia di Cremona, è stata condannata in blocco dal giudice Antonella Coniglio: Gheorghe Vaduva ha preso tre anni e nove mesi più 1200 euro di multa e Vasile Dumitri e Vasile Vaduva a quattro anni e quattro mesi più 900, perché recidivi. Tutti e tre dovranno pagare anche le spese processuali. Sostanzialmente ascoltato il pubblico ministero Gianluca Tricoli, che aveva puntato su quattro anni e otto mesi con 1.050 euro per il primo imputato altrettanti anni con 800 euro per gli altri, mentre i difensori Alessandro Schillaci e Luca Dalla Bernardina contavano sull’assoluzione per insufficienza di prove.
La fase istruttoria per furto aggravato era finita con la deposizione dell’ultimo carabiniere che ha completato la testimonianza sulle intercettazioni delle telefonate che gli imputati si sono fatti durante i furti. Il primo furto avvenne nella notte tra il 2 e il 3 febbraio, quando alla Golin Reciclyng sparirono 180 quintali di materia prima per un valore di 130 mila euro; il secondo tra il 17 e il 18 marzo alla Soligon di Santa Lucia, dove il quantitativo è leggermente superiore e il bottino è di 150 mila euro; gli altri due furti avvengono in Lombardia dove scompaiono dei cavi. Il valore complessivo è di 370 mila euro, ma nella refurtiva ci sono anche elettrodomestici, computers e perfino delle casse di birra. Tutto quello che trovavano e veniva caricato sui mezzi aziendali.
Tre gli interpreti che si sono occupati dello sbobinamento delle intercettazioni e hanno avuto anche difficoltà notevoli, perché gli imputati e i loro complici non parlavano in romeno, ma in una specie di dialetto. Ad ogni modo, il senso delle conversazioni è stato colto. C’era sempre un palo all’esterno, che controllava la situazione, e gli altri dentro a combattere anche con in sensori dei sistemi di allarme. Una volta si sono trovati addirittura in 15, perché capitava che altre persone si unissero alla comitiva che stava andando a fare i colpi. Succede anche di sentire dei rimproveri da parte del capobanda, in quanto qualcuno non si impegna abbastanza o non fa quello che dovrebbe fare.
Quello che non si è capito è come e dove sia stato piazzato il rame trafugato. I tre imputati non erano presenti in aula, probabile che vivano in campi nomadi e quindi non abbiamo un indirizzo fisso. Ad ogni modo, sono stati condannati.
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