Furto alla De Rigo processo riaperto e rinviato di 4 mesi

Longarone. Il giudice aveva chiesto di ascoltare un teste Ora disposta la trascrizione delle intercettazioni
Di Irene Aliprandi

LONGARONE. Il processo stava per chiudersi rapidamente, le parti avevano fatto le loro conclusioni e il giudice era in camera di consiglio per decidere. Ora si ricomincia da capo, o quasi, con un’attività che in genere viene disposta all’inizio. È stato rinviato al 20 novembre il processo a carico di tre cittadini rumeni, Flavius Ioan Ionita dell’86, Emil Mircea Tascau dell’86 e Claudia Ritan del ’90 (difesi dagli avvocati Giampaolo Cazzola e Monica Barzon), accusati del furto aggravato di 14.674 montature alla De Rigo Vision per un valore di produzione di 250 mila euro nel giugno del 2013.

La settimana scorsa il giudice Elisabetta Scolozzi ha riaperto l’istruttoria, rinviando il processo per ascoltare un nuovo testimone, un maresciallo dei carabinieri che ha spiegato come si è arrivati ad attribuire un’utenza telefonica a uno degli imputati.

Ma proprio le intercettazioni telefoniche sono diventate decisive nel processo e ieri il pm Roberta Gallego ha chiesto la trascrizione delle intercettazioni. La trascrizione diventerà una perizia e ieri è stato nominato il perito che avrà almeno 60 giorni di tempo per svolgere il lavoro richiesto.

La sentenza, quindi, dovrà attendere ancora molti mesi e si presume che anche le conclusioni dovranno essere ripetute. La settimana scorsa il pm di udienza Sandra Rossi aveva chiesto 4 anni a testa per i tre imputati, che avrebbero messo a segno il furto tagliando una parte della recinzione che circonda lo stabilimento di Longarone. Per raggiungere il tetto i tre avrebbero usato una scala rubata ai magazzini comunali e, dopo aver sfondato una finestra, si sarebbero calati con le corde beffando l’allarme e raggiungendo così gli scaffali, dove sono stati rubati gli occhiali, scegliendo tra i pezzi di maggior valore commerciale. L’allarme non ha mai suonato durante il furto e, cercando di ricostruire i movimenti dei tre, si è scoperto anche che prendevano l’autostrada senza pagare il pedaggio.

Ieri il giudice ha anche concesso a Ionita, che era agli arrsti domiciliari, l’attenuazione della misura cautelare con l’obbligo bisettimanale di firma.

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