Fusione in Sinistra Piave nasce Borgo Valbelluna
VALBELLUNA . Se i cittadini diranno sì, nel 2019 in Sinistra Piave ci sarà un nuovo Comune da più di 14 mila abitanti. E si chiamerà Borgo Valbelluna.
I tempi erano stretti, ma Trichiana, Mel e Lentiai non si sono fatti spaventare. Il nome doveva essere scelto entro il 10 giugno, per rispettare le scadenze. Così è stato e nei prossimi giorni i tre Comuni riuniranno i rispettivi consigli per approvare il documento politico-programmatico finalizzato alla richiesta di fusione. Documento che sarà poi inviato alla Regione.
La seduta a Trichiana è convocata domani alle 19.30. A Mel e Lentiai lunedì, rispettivamente alle 20.30 e alle 15. Un altro passo avanti, e peraltro fondamentale, verso la fusione a tre annunciata dai sindaci una settimana e mezzo fa.
Chiusa definitivamente la prospettiva di “matrimonio” tra Limana e Trichiana, il Comune guidato da Fiorenza Da Canal ha deciso di aderire al progetto avviato da Mel e Lentiai. Giovedì 17 maggio i tre primi cittadini sono scesi a Venezia per verificare con la Regione la fattibilità del progetto e, una volta ottenuto l’assenso, hanno fissato un cronoprogramma.
«Subito dopo si è formato un gruppo di lavoro, composto per ogni Comune da sindaco, vice sindaco e un rappresentante della minoranza», spiega Gianluca Franco, vice sindaco di Trichiana. «Sabato scorso ci siamo incontrati ed è stato scelto il nome, Borgo Valbelluna (ritenuto il migliore tra le diverse ipotesi sul tavolo: Borgo del Piave, Castel o Contea del Piave, Claudia Augusta Valbelluna, Colle dei Narcisi, Zumelle, Sinistra Piave, ndr). In consiglio si andrà a portare anche il nuovo studio di fattibilità. Di fatto un’integrazione dell’attuale, visto che c’erano già i due elaborati, entrambi redatti dalla Sistema Susio Srl, per Limana-Trichiana e Mel-Lentiai».
Il referendum sarà indetto entro la fine di quest’anno e il 2019, se il responso dei cittadini sarà positivo, vedrà la nascita del nuovo Comune. Un Comune, come si diceva, da più di 14 mila abitanti, il terzo in provincia per popolazione, che andrebbe a mettere insieme ben 45 frazioni. Sarà il primo sul territorio per tessuto economico e sociale.
«Siamo tre sindaci che, con stima reciproca e a scadenza naturale dei mandati, vogliono dare ai propri paesi un’opportunità di evoluzione», sottolineavano qualche giorno fa Da Canal, Stefano Cesa e Armando Vello. «Un’opportunità che deve essere colta al volo e che abbiamo voluto nel solco dello spirito di servizio con cui ci siamo sempre mossi».
«Abbiamo la possibilità di diventare un’entità che per storia e territorio è naturalmente legata e omogenea nei suoi caratteri», aggiungono. «Questo consentirà di programmare uno sviluppo turistico strutturato, con risorse certe per candidare il contesto territoriale a diventare polo di attrazione principale per l’intera parte bassa della Provincia».
In più, in cui contesto di aziende in difficoltà (si vedano Acc e Ideal), un grande Comune avrebbe più peso nel fare politica economica. «Diventeremo un interlocutore istituzionale di primario rilievo a livello regionale e nazionale», dicono ancora, ricordando che gli incentivi nei dieci anni post fusione arrivano a 21 milioni di euro e che i contributi sono sicuri per chi si fonderà nel breve periodo, ma non è detto che continueranno in futuro. «Si parla poi, considerano tutti e tre i Comuni, di avanzi per un milione di euro che si sbloccherebbero», concludono. «Si aggiungono le maggiori possibilità di accedere a bandi».
Martina Reolon
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