Fusione tra Quero e Vas per non scomparire
QUERO. O la fusione, o un Comune senza giunta. È questo il bivio a cui è arrivato il comune di Vas, per colpa della legge sulla revisione della spesa pubblica che impone ai comuni con meno di mille abitanti (Vas ne conta poco più di 800) una riduzione drastica dell'organico collegiale. Con le prossime elezioni finirà tutto nelle mani del sindaco, che potrà avvalersi solo di un vicesindaco, nominato fra i consiglieri comunali. Una norma svuotapoteri che il primo cittadino Andrea Biasiotto spera di scampare fondendosi con Quero entro la data limite, ovvero la prossima tornata elettorale del 24 e 25 maggio. Le speranze fortunatamente sono buone, sia per la sensibilità dimostrata dai cittadini sia per le agevolazioni offerte dal consiglio regionale, che subito ha pensato di azzerare il quorum sul referendum consultivo che domenica prossima deciderà le sorti dei due municipi, e che avrà comunque l'ultima parola in materia di fusione.
Insomma Quero e Vas stanno per unirsi pubblicamente in municipio, ma non per questo la partecipazione al voto dovrà essere poca. Ecco perché le amministrazioni Curto e Biasiotto stanno conducendo un tour informativo per le frazioni, il quale giovedì sera ha fatto arrivare Dario Bond e Sergio Reolon nel centro culturale di Quero (assenti giustificati il consigliere Matteo Toscani e l'assessore regionale agli enti locali Roberto Ciambetti), invitati a parlare a una platea di 150 persone. I due oppositori di scranno hanno fatto intendere che la fusione ci sarà comunque, per rispettare le indicazioni imposte dallo Stato sull'accorpamento dei piccoli comuni e per evitare l'implosione di Vas.
La strada percorsa in 12 anni di Unione Sette Ville è stata molta: sono state tagliate cinque unità lavorative, sei contando anche la ragioneria e l'ufficio anagrafe, che dal primo ottobre è condivisa anche con Alano. Sussistono tutta una serie di servizi (la mensa e il trasporto scolastico) che il Comune può garantire solo con le risorse intercettate, che però stanno diminuendo con l'aumentare delle unioni. Per questo la fusione è diventata una strada inevitabile. «Dal 2008 al 2012 Quero ha perso 99 mila euro di trasferimenti statali, Vas 57 mila e la Sette ville 207 mila», illustra Biasiotto, «ciò significa che in 4 anni abbiamo perso oltre 363 mila euro. La fusione non ci rivoluzionerà la vita, ci servirà per preservare lo stato delle cose».
A favore dell'aggregazione dei due comuni non si sono espresse solo le maggioranze, ma anche le minoranze consiliari. «Questo processo parte dal basso, ma non si può fermare qui, altrimenti diventa un aborto», critica Bond, «tutta l'architettura istituzionale andrebbe semplificata, altrimenti non si andrà da nessuna parte». «I piccoli comuni hanno senso solo in certe realtà, come il Trentino», apostrofa Reolon, che aggiunge: «Io vorrei togliere il quorum da tutti i referendum, perché in democrazia decide chi partecipa, non chi resta a casa». Per Bond questa è «l'occasione giusta per applicare l'articolo 15 dello statuto veneto sulla specificità della provincia di Belluno», visto che la Regione quest'anno ha stanziato più di 3 milioni a favore delle funzioni associate. Contro tutte le perplessità dei cittadini sull'aggiornamento dei documenti e la sovrapposizione di vie uguali, le amministrazioni distribuiranno presto un vademecum.
Francesca Valente
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