Gabelli, polo educativo per tutte le età

Una volta restaurata ospiterà nido, materna, elementare, corsi per adulti e master universitari sul metodo “Pizzigoni”
Di Francesco Saltini

BELLUNO. “Rinnovare conservando”. Era lo slogan caro ad Aristide Gabelli e alla maestra Pierina Boranga. Uno slogan che sarà adottato dall’Ufficio scolastico provinciale e dal Comune di Belluno per il rilancio della vecchia scuola Gabelli. Sì, perché, una volta ristrutturato, lo storico istituto diventerà il “Polo dell’educazione e della pedagogia della provincia di Belluno”.

Il progetto, inserito tra le 25 manifestazioni di interesse al bando per la riqualificazione urbana della città di Belluno, è stato presentato dal dirigente scolastico provinciale Michela Possamai in persona e sarà vagliato nei prossimi giorni dalla giunta Massaro. «Ciò che riguarda il futuro della vecchia scuola Gabelli ci interessa moltissimo», spiega il sindaco, «e questo è un progetto che guarda avanti: si va dalla rivisitazione degli spazi interni della scuola all’allestimento di un master legato al metodo educativo “Pizzigoni”, tanto caro all’indimenticata maestra Pierina Boranga».

«Si tratta di un progetto strategico», prosegue il sindaco, «perché guarda ai prossimi 30 anni, riannodando i fili con il passato della nostra città. Pierina Boranga lavorò alla scuola Rinnovata di Milano, conobbe il metodo “Pizzigoni” e lo perfezionò, prima di portarlo ai piedi delle Dolomiti. Per introdurre in città quel metodo educativo, la maestra progettò nei minimi dettagli la scuola Gabelli. Nata come polo innovativo, tornerà a esserlo dopo più di 80 anni. Direi che lo slogan “Rinnovare conservando” di Aristide Gabelli si addice alla perfezione al progetto redatto dall’Ufficio scolastico provinciale».

L’obiettivo della dirigente scolastica provinciale è dare vita a un vero e proprio polo educativo per bambini da zero a dieci anni, ma anche ospitare nella Gabelli corsi di formazione per adulti e per docenti. Il tutto con le preziose partnership dello Isuve (Istituto universitario salesiano di venezia), dell’Università di Bologna e del Centro ricerca Asbl di Umons (Belgio).

«Sono mesi che mi sto confrontando con il sindaco Massaro», spiega la dirigente Possamai, «poi è arrivato questo bando, che ci offre una ghiotta opportunità per intercettare contributi pubblici. Il nostro obiettivo, in vista della riapertura della storica scuola Gabelli, è presto spiegato: vogliamo riprogrammare l’intera struttura, dagli spazi interni al prezioso giardino».

Michela Possamai ha dato il suo contributo, partendo da un dato di fatto: «Questa scuola ha una storia precisa e tracciata dalla maestra Pierina Gabelli, che aveva ripreso gli insegnamenti del pedagogista Aristide Gabelli. Le ipotesi erano due: radere al suolo l’intera struttura o recuperare la sua anima storica. Per fortuna abbiamo optato per la seconda soluzione: noi vogliamo che la Gabelli diventi il “Polo provinciale dell’educazione”».

La dirigente scolastica provinciale ha le idee chiare: «Metà edificio sarà occupato dalle aule e dagli spazi da destinare al “Nuovo polo della scuola elementare”, che prende spunto dalla visione pedagogica che negli anni Trenta fu portata avanti dalla Boranga. In poche parole, la Gabelli potrebbe ospitare, oltre alla scuola elementare, anche il “Polo primi passi e prima infanzia”, riservato a bambini da zero a sei anni. Quindi aule per la materna, ma anche, e questo grazie al supporto dell’amministrazione comunale, un asilo nido. In questo modo i docenti potrebbero seguire, passo dopo passo, la crescita dei bambini, mettendo in pratica la didattica applicata nell'insegnamento ispirata al metodo ideato da Giuseppina Pizzigoni e messo in opera nella Scuola Rinnovata di Milano».

E l’altra metà della scuola? Michela Possamai ha pensato a tutto: «Parlavamo di “Polo dell’educazione permanente”, bene alcuni spazi saranno dedicati ad attività extra e post scolastiche, con servizi educativi e formativi riservati agli adulti”, e servizi di prima accoglienza riservati alle famiglie, come un centri unico per l’iscrizione dei bambini alle varie scuole del capoluogo».

Negli spazi del seminterrato e nelle ali ancora libere ecco il fiore all’occhiello: «Vogliamo realizzare un centro studi permanente dell’educazione che si rifà all’opera di Pierina Boranga. Qui, grazie alla collaborazione con la scuola Rinnovata di Milano, potremmo pensare ad attivare una sorta di master universitario per educatori del metodo “Pizzigoni”».

Ma la vecchia Gabelli è una scuola ricca e grande. Ecco, quindi, altri spazi riservati alla didattica: «Le idee sono tante», prosegue Possamai, «a partire dall’apertura di uno spazio museale, dove saranno esposti documenti e fotografie contenuti negli archivi della maestra Boranga. Biblioteca e aula magna potrebbero ospitare postazioni informatiche, sale video e multimediali; sul tetto vorremmo costruire un osservatorio astronomico, mentre nella vecchia piscina potrebbero prendere vita attività didattiche legate all’acqua. Infine il giardino, che dovrà tornare ad essere una sorta di aula a cielo aperto, con erbari e serre botaniche».

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