Gaio “calendario umano” in onda a Superquark
FELTRE. Ricorda ogni momento legato alla sua vita come se fosse ieri, a Feltre è noto ormai come il “calendario umano”, cioè riesce a dire istantaneamente di che giorno della settimana cadeva una qualsiasi data, e per cercare di capire come funziona la sua mente, il cervello dell'ingegnere Giovanni Gaio è oggetto di uno studio dell'Università La Sapienza di Roma, che gli ha fatto fare un test all'interno della macchina per la risonanza magnetica.
Adesso, la supermemoria autobiografica del quasi trentaquattrenne feltrino e la sua storia saranno protagonisti di una puntata di Superquark, il più popolare programma televisivo di scienza, natura e tecnologia condotto da Piero Angela, che andrà in onda domani sera su Rai 1 dalle 21.20. «La prima parte di studio è avvenuta nei primi giorni di febbraio alla clinica Santa Lucia di Roma, quando sono stato sottoposto alla risonanza magnetica, rispondendo a una serie di domande riguardanti il mio passato e a dei test mnemonici paralleli di controllo in cui dovevo ricordare una serie di oggetti o elementi e successivamente rievocarne la memorizzazione. Si è trattato di un'intervista in condizioni proibitive date da questa postazione per certi versi claustrofobica. Il tutto per oltre un paio d'ore, con il preambolo del settaggio iniziale», racconta Giovanni Gaio.
«È andata bene, ho ricevuto dopo tre settimane l'esito della scansione del mio cervello e nel frattempo si sono aggiunge altre persone che hanno più o meno la mia caratteristica. Dovremmo aver raggiunto il campione di sei-sette individui, tra cui un altro ingegnere della provincia di Roma trapiantato in Svizzera, una farmacista di Andria e un giornalista romano, con il quale ho fatto l'accoppiata per il servizio di Superquark», spiega.
«Ho ricevuto la proposta da un'emissaria di Piero Angela e le riprese sono state fatte a Feltre il 6 aprile, facendo tra le altre cose una specie di intervista doppia relativa alle mie capacità, oltre che un giro per la parte vecchia della città, passando per via Mezzaterra, piazza Maggiore, angoli e scorci caratteristici della cittadella. Come durata, siamo sulla trentina di minuti di documentario, nella seconda parte della puntata. È stata un'esperienza particolare», racconta l'ingegnere feltrino. «Sono curioso anch'io di vedere come hanno estrapolato da più di tre ore e mezzo di riprese un riassunto credibile».
Riguardo al progetto di studio del cervello, che può avere potenziali ricadute terapeutiche, «rimaniamo in attesa di raggiungere il numero di otto-dieci persone», spiega Giovanni Gaio. «C'è una fase di analisi dei risultati e poi vedremo, un passo alla volta perché gli studi in Italia di questo genere sono completamente nuovi».
Raffaele Scottini
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