Galan: "Ho pagato il barbiere della Camera"

Il ministro: è un mio diritto usufruire dei servizi come ex parlamentare
PADOVA.
La casta che si autoriduce il contributo di solidarietà mentre l'Italia affonda sotto i colpi della speculazione e la Ue chiede una nuova manovra per riportare il deficit sotto controllo?

Chiedete a Giancarlo Galan quant'è dura la vita da ministro: «Il mio stipendio è di 6 mila euro al mese, pago tutti i viaggi andata e ritorno per casa», senza i privilegi dei parlamentari, dice in una intervista al Fatto quotidiano. E poi le suona di santa ragione ai ministri Tremonti, Calderoli, Romani e Brambilla, al governatore Zaia e alla Chiesa, che «dovrebbe dare il proprio contributo come le Coop per superare la crisi».

Fin qui nulla di nuovo.

Galan, che da 27 anni conosce Berlusconi ma non fa parte del suo cerchio magico come Ghedini e Alfano, nel corso dell'intervista butta lì una frase, voce dal sen fuggita, che diventa un boomerang. Dice il ministro, in vena di confidenze poche ore prima della chiusura del festival di Venezia: «Ora le confesso una cosa: non ho la tessera parlamentare e quando mi devo tagliare i capelli alla Camera, chiedo alla Giustina Destro di prestarmela».

Ma come: la tessera non è strettamente personale? E' una scheda magnetica con la foto, proprio per evitare che passi di mano in mano, come facevano i «pianisti» che votavano per i colleghi assenti e tenevano così in piedi il governo. Da quando il presidente Fini ha introdotto l'obbligo delle impronte digitali il pianista è sparito, mentre nella barberia di Montecitorio chiudono un occhio.

Così almeno la racconta proprio Giustina Destro, che al Corriere della Sera svela il segreto: «Beh sa, con Galan siamo molto amici, siamo entrambi di Padova e sì: gli ho prestato il mio tesserino per entrare dal barbiere».

Scusi onorevole, lei è una donna, ribatte Fabrizio Roncone, ci sarà la sua foto sulla tessera...

«Ma vuole che a un ministro controllino il tesserino? In ogni caso il tesserino non gliel'ho prestato solo io», conclude la Destro prima di spazientersi.

Tutto finito? Resta l'interrogativo: il ministro dei Beni culturali può farsi offrire lo shampo e il taglio della chioma dall'ex sindaco di Padova, regina del look da far invidia alla Santanchè?

Alessandro Naccarato, deputato Pd, non va certo per il sottile e dice che per una «vicenda simile negli altri paesi Ue un ministro si sarebbe dimesso». Antonio De Poli, portavoce dell'Udc, pettinato ed elegante come Casini, è telegrafico: «Il mio barbiere si chiama Lino Fabian ed ha bottega in via san Fermo a Padova. Non ho mai utilizzato la barberia della Camera: per me può chiudere i battenti subito».

Passano poche ore e il ministro Galan manda una nota all'Ansa per ristabilire la sua verità.

«Il barbiere della Camera? E' un servizio a pagamento con un costo paragonabile a quello di qualsiasi altro barbiere, 15 euro. Ho scoperto con grande stupore che il mio taglio di capelli fa notizia per il Corriere della Sera... E' superficiale pensare che non abbia il diritto di tagliarmi i capelli nella barberia, sono un ex deputato e un ex senatore, come tale legittimato ad usufruire del barbiere sia della Camera che del Senato. Ho usato la parola usufruire non a caso. Questo è un servizio a pagamento, non gratuito» sottolinea Galan, «pensato e realizzato in un'ottica di razionalizzazione dei tempi, per non perdere ore in giro per Roma. Il costo è paragonabile a qualsiasi altro barbiere, 15 euro».

Esiste poi una tessera, aggiunge il ministro, «una sorta di prepagata, che ti consente di scalare il costo del servizio. Non l'ho mai fatta per non far perdere tempo ai miei collaboratori con la necessaria burocrazia nel richiedere un qualcosa al quale sono assolutamente disinteressato. Avrò utilizzato questi servizi, forse, tre volte in tutto. Come ho già più volte detto non sono interessato ai privilegi, pago tutto, anche i giornali. Dov'è la notizia in tutto ciò? L'onorevole Destro è stata così gentile da aver offerto il barbiere all'amico, ministro Giancarlo Galan. La ringrazio molto».

Legame rinsaldato, se mai ce ne fosse stato bisogno: prima delle cene di gala nei palazzi romani con Gianni Letta, Giustina Destro ama che i suoi amici passino dal barbiere. E dà un sommesso consiglio: per cortesia, niente gel e pochette verde. Noi siamo il Pdl, non la Lega.

Noblesse oblige.

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