Galilei, assegnata la classe in più
Ascoltate le richieste dei genitori degli iscritti al corso di scienze applicate
Il liceo scientifico Galilei di Belluno
BELLUNO.
Il liceo scientifico Galilei avrà una prima classe in più. I 44 iscritti al nuovo indirizzo di scienze applicate potranno così essere divisi in due classi e nessun studente dovrà rinunciare ad assecondare le proprie inclinazioni. La vicenda che aveva alimentato diverse polemiche nei mesi scorsi, si è risolta quindi positivamente, contrariamente a quanto ormai i genitori e gli stessi studenti immaginavano. La conferma è venuta ieri dal dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale di Belluno, Domenico Martino, in questi giorni impegnato nel calcolo dei residui delle ore del personale di diritto.
Nei giorni scorsi, erano state assegnate altre classi in più: una al Catullo, una al Segato una alla scuola media di Pedavena, un'altra a Seren del Grappa e una alla primaria di Pedavena del plesso di Seren del Grappa.
E ieri, oltre al liceo Galilei, è andata una classe in più anche alla media Rocca di Feltre, «mentre la pluriclasse di San Gregorio nelle Alpi con 21 studenti, sarà sdoppiata. Ma stiamo verificando se, con i residui delle ore, possiamo ricavare qualcosa per gli istituti con indirizzo musicale, specie quelli con maggiori iscritti», precisa il dirigente Martino.
Dopo le prime assegnazioni agli altri istituti, nei genitori dei 44 studenti (erano 45 ma uno nel frattempo si è ritirato) che si erano battuti per poter avviare due classi di scienze applicate, interessando anche i politici, era iniziata a venir meno la speranza che qualcosa potesse rimanere anche per il liceo Galilei. Ma ora sono contenti. «Siamo contenti anche perchè in questo modo la numerosità degli studenti per classe diminuirà permettendo ai docenti di seguire meglio i ragazzi», commenta Paolo Sacchet, uno di genitori interessati al problema.
«Sono felice della conclusione che ha avuto questa vicenda, era doveroso offrire a tutti gli alunni iscritti l'occasione di formarsi secondo le proprie aspirazioni ed era ancor più necessario, per motivi didattici, che questo nuovo liceo scientifico delle scienze applicate nascesse con almeno due corsi, evitando la precarietà e l'insidia dell'autoreferenzialità insita in un corso singolo. Speriamo che il questo nuovo percorso scolastico costituisca una prospettiva nuova per la cultura scientifica», dichiara anche il presidente del Consiglio d'istituto, Marco Rossato che ringrazia «quanti si sono impegnati per ottenere questo risultato e, in primis, i nostri tre consiglieri regionali che hanno insieme appoggiato le nostre richieste».
Gioisce l'assessore provinciale Stefano De Gan che aveva seguito la vicenda. «Quando ci si muove uniti, in gruppo si ottengono dei risultati. Credo che questo sia il primo passo per vedere riconosciuta la particolarità della nostra provincia montana. Se, però, i rappresentanti di istituto avessero lavorato per trovare qualche iscritto in più nel nuovo indirizzo, le cose sarebbero state più facili».
Soddisfatti anche i consiglieri regionali che a fine luglio avevano incontrato la dirigente dell'Ufficio scolastico regionale e l'assessore Donazzan per risolvere la situazione. «Ringrazio la dirigenza regionale e provinciale. Ci siamo dati da fare tutti, ma si poteva evitare tutto questo trambusto se il dirigente scolastico avesse dimostrato un po' più di buona volontà per risolvere positivamente la vicenda», sottolinea critico Dario Bond.
«L'unione fa la forza», commenta anche Sergio Reolon, «significa che non ci siamo mossi per niente e mi pare che questo sia l'esito doveroso, soprattutto per poter garantire il diritto allo studio ai nostri ragazzi. La vicenda ha dimostrato che non si può andare avanti con questa precarità. Serve un sistema di programmazione scolastica».
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