«Garantire maggiore autonomia al territorio»
BELLUNO. «Oggi il problema principale da affrontare per i territori montani e per le tre province con specificità riconosciuta è come garantire un maggior grado di autonomia rispetto alle regioni di appartenenza». La questione è sul tavolo del ministro per le riforme, Maria Elena Boschi, che ha incontrato Roger De Menech. «Già ora le riforme in atto garantiscono un maggior grado di autonomia che deve innanzitutto essere ben praticata dai territori», ha ricordato il ministro.
«La riforma consente di praticare questa autonomia in diversi ambiti e alcuni effetti già si vedono», spiega De Menech, «come la rappresentanza delle Province nella gestione dei Fondi per i Comuni di confine, ma è necessario fare di più perché, come sottolineano anche alcuni movimenti autonomisti locali, il divario con le Province di Trento e Bolzano rimane». Il prossimo passo, hanno concordato il ministro Boschi e De Menech è agganciare le riforme al meccanismo di costi e fabbisogno standard. Significa che anche i territori di montagna dovranno rispettare dei parametri, «ma noi prevediamo parametri tarati sulle specificità territoriali», spiega De Menech. «Per fare due esempi concreti, la sanità e i trasporti, ci saranno certamente dei costi standard uguali a Belluno e a Padova, mentre altri dovranno tenere conto dei maggiori costi necessari a garantire il servizio in aree svantaggiate, come può essere l’incidenza del costo dell’energia per gli ospedali o il consumo di carburante».
La riforma Delrio - sottolinea De Menech - stabilisce misure generali sulle Province, riducendone gli ambiti operativi, ma allo stesso tempo rafforza il ruolo di quelle interamente montane e confinanti con stati esteri, cioè Sondrio, Verbania e Belluno. Queste Province sono state rafforzate nelle competenze e nell’autonomia. «È il segno tangibile dell’attenzione ai temi della montagna da parte del governo», dice ancora De Menech.
La riforma Delrio indica un percorso in base al quale le Regioni devono trasferire la maggioranza delle competenze alle tre province montane. Il trasferimento deve essere accompagnato dalle partite di bilancio e dalle risorse umane. Vuol dire che se, per esempio, sul governo del territorio la Regione Veneto investe annualmente per Belluno determinate risorse, quelle stesse risorse devono passare alla Provincia. «In territori demograficamente deboli e con problemi molto complessi, è l’unico modo per mantenere una visione unitaria e, al tempo stesso, per accorciare la linea decisionale. Del resto, anche nell’ambito delle riforme costituzionali, è stata sancita la necessità di tener conto delle aree montane».
Purtroppo, sottolinea De Menech, «le Regioni sembrano non riuscire a tenere il passo delle riforme e faticano a liberare aree di competenze che hanno gestito in proprio per oltre 40 anni. È una resistenza comprensibile ma ha a che vedere con una concezione centralistica dell’ordinamento regionale e, purtroppo, con una gestione talvolta clientelare del potere da parte delle giunte Galan-Zaia». (ma.co.)
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