Gare in moto sui tornanti Codissago chiede il velox
LONGARONE. Il circuito di Codissago. Mancano soltanto le ombrelline sponsorizzate in minigonna, per il resto c’è davvero tutto. Ogni fine settimana il tratto della statale 251 di Val di Zoldo e Cellina tra Longarone e il semaforo prima della gallerie della diga del Vajont diventa come una pista da MotoGp. Indianapolis 2, per gli addetti ai lavori. Centauri senza prudenza e senza paura si lanciano con sommo sprezzo del prezzo della benzina, soprattutto in salita, organizzando quasi delle gare di velocità fino al rosso, invece della tanto desiderata bandiera a scacchi. Ma c’è anche chi prova il brivido in discesa e sempre in mezzo al traffico delle auto. Qualcuno si prenderebbe addirittura la briga di cronometrare scalata e ritorno a valle, quasi per certificare la prova di coraggio e tramandarla ai nipotini.
I motociclisti locali o che arrivano da fuori (moltissimi dall’estero) percorrono quei tornanti, piegandosi fin quasi a toccare l’asfalto, e purtroppo capita che qualcuno finisca per terra: rischia la vita e mette in pericolo anche quella degli altri.
Gli abitanti di Codissago sono esasperati, tra il frastuono dei cavalli imbizzarriti e il mai troppo salutare gas di scarico delle marmitte.
Ieri, in una domenica rumorosa e inquinante come tantissime altre qualcuno ha alzato il telefono e ha chiamato le forze di polizia, per cercare di bloccare un fenomeno che comincia in primavera e va avanti per tutta l’estate. Fino a quando arriva il freddo e scatta il cavalletto per la cara, vecchia motocicletta.
Ieri ci sarebbero stati dei controlli su diversi motoveicoli, sia fermi che in movimento, ma non è stato ancora possibile sapere se sia stato o no staccato qualche verbale, con relativa sanzione per l’infrazione al codice della strada. Infastiditi gli abitanti di Codissago, che continuano a chiedere una maggiore vigilanza lungo quel nastro d’asfalto e magari anche un autovelox, che potrebbe scoraggiare la mano destra del centauro di corsa e spaventati gli automobilisti magari con famiglia a bordo, che si vedono sfrecciare questi caschi colorati spesso troppo vicini alla propria carrozzeria per non essere preoccupati.
Che se ne parli ormai da qualche tempo, è sicuro. Che non si sia ancora fatto abbastanza, anche. La parola passa al sindaco Roberto Padrin, a proposito della possibilità di un misuratore di velocità con macchina fotografica allegata. È la soluzione più invocata, accanto alla maggiore vigilanza.
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