Gassificazione di cippato senza incentivi tutto fermo

auronzo. «Attendiamo da due anni quei 3 milioni di euro dallo Stato per poter far avviare la nostra attività che sfrutta il legname per produrre energia elettrica». A chiedere notizie di questi soldi è stato l’altro ieri l’imprenditore del turismo del Cadore, Gildo Trevisan al ministro Federico D’Incà nel corso dell’incontro svoltosi nella sala di Confartigianato a Belluno.

Il progetto, come ha riferito Trevisan, parte nel 2017. «L’impresa nasce nel 2017 a Cima Gogna, dall’idea di quattro imprenditori del Cadore», spiega Trevisan, «e ha come scopo la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili come la gassificazione del cippato di abete. Energia da immettere nella rete elettrica nazionale dietro corrensponsione di una tariffa incentivante». L’albergatore parla dell’azienda come di una start up innovativa per la quale «abbiamo avuto accesso a importanti finanziamenti bancari avvalendoci del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Ma stiamo subendo una situazione di inaudita inerzia da pare del governo italiano che, malgrado precisi obblighi di legge, non sta emanando i decreti ministeriali che fissano l’entità degli incentivi a favore delle produzioni energetiche da fonti rinnovabili. In assenza dell’incentivo, però, la messa in esercizio degli impianti diventa antieconomica. E quindi per sopravvivere abbiamo dovuto rivedere il progetto originario incentivando al massimo la produzione di cippato essicato. Servono i soldi per poter dare gambe a un progetto che potrebbe davvero fare la differenza». —

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