Gaz: «Rischio palude per la burocrazia Si trovino soluzioni»
L’avvocato illustra i prossimi passaggi: «Ambito per ambito va fatta un’analisi puntuale, ci sono problemi da affrontare»
SAPPADA. Il rischio palude. A cominciare dalla partecipazione Bim. Ecco il problema per Sappada, d’ora in avanti. Lo teme l’avvocato Enrico Gaz. «Se la stagione del referendum è stato il tempo della spontaneità e della passione ora occorre fare appello alla riflessività, dando spazio alla fatica di elaborare soluzioni quanto più favorevoli per i cittadini ed evitando la palude degli ingorghi burocratici», afferma Gaz, che così spiega il cammino in salita di Plodn.
Dopo la promulgazione della legge da parte del capo dello Stato che cosa accadrà?
«La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. La legge dopo 15 giorni acquisirà efficacia in via definitiva. Ed entro 60 giorni potrà essere impugnata».
Chi può farlo, eventualmente?
«Solo le Regioni e le Province autonome. Ogni altro soggetto giuridico, compresa la Provincia di Belluno, non ha invece un’azione diretta. Deve promuovere prima una causa presso un Tribunale o altra Autorità giudiziaria e sollevare poi in quella sede la questione di costituzionalità».
Il presidente Zaia ha detto che non farà ricorso.
«La Regione Veneto potrebbe impugnare facendo valere sia la mancata espressione di un parere formale, sia la scelta parlamentare di seguire la procedura legislativa ordinaria e non quella speciale, con il doppio passaggio in aula, prevista per le leggi costituzionali. La legge, però, ammette l’impugnazione solo dimostrando che viene lesa o invasa la competenza della Regione».
Tempi lunghi per l’attuazione della legge?
«Sì, perché nonostante la decretazione esecutiva sia di competenza del Governo, sarà necessario che si pronuncino i vari Ministeri competenti. Dobbiamo quindi mettere in conto una serie prolungata di passaggi burocratici intermedi».
Con quali e quanti problemi Sappada dovrà fare i conti?
«Ambito per ambito va fatta una analisi puntuale, non esistono modalità identiche per tutti i settori. Ad esempio, nonostante il cambio di Regione, Sappada continuerà comunque, perché lo ha deciso il creato, a far parte del bacino imbrifero del fiume Piave per cui anche in futuro dovrà necessariamente fare riferimento al Consorzio Bim di Belluno per tutta la partita dei sovracanoni idroelettrici. Nel contempo però perderà di attualità la partecipazione di Sappada alle società come Bim Gsp e Bim Infrastrutture, dove quindi la liquidazione delle quote sociali, con i relativi problemi economici, dovrà essere presto messa all’ordine del giorno».
E che cosa accadrà sul piano patrimoniale?
«Nella gestione dei servizi pubblici sono state realizzate infrastrutture, con costi a carico della tariffa, cioè di tutti bellunesi. Quelle opere, pensiamo al depuratore, dovranno ovviamente rimanere a servizio dei sappadini ma andrà regolata la loro presa in carico da parte del nuovo gestore, senza dimenticare le appendici contabili dell’operazione».
Quale sarà l’impatto del cambio di legislazione regionale?
«Emblematico il caso del governo del territorio per cui in urbanistica ed edilizia ci si dovrà attrezzare ad un impegnativo periodo transitorio e ad una inevitabile promiscuità tra pratiche nate con norme e procedure venete e pratiche da inquadrare con la disciplina del Friuli Venezia Giulia».
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