Gazebo in centro per dire stop violenze «Gli effetti ci sono»
BELLUNO. Una campagna di sensibilizzazione, ma non solo. Il gazebo della polizia - che oggi torna in piazza dei Martiri a partire dalle 10 - ha permesso ad alcune persone di trovare il coraggio per uscire dal buio, chiedendo consiglio su come combattere la violenza sulle donne. Si tratta per lo più di parenti o amici delle vittime che hanno approfittato della presenza del gazebo in piazza (l’iniziativa va avanti ormai da tempo) per accennare ad una situazione di disagio che poi è stata approfondita negli uffici della polizia.
«Siamo soddisfatti di come sta andando la campagna “Questo non è amore”» spiega il questore di Belluno Michele Morelli, «molti si fermano e chiedono informazioni e alcune situazioni sono state approfondite in ufficio. L’iniziativa nasce dal ministero dell’Interno e ogni Questura la declina a seconda delle sue possibilità, compatibilmente con il personale. Noi abbiamo deciso di proporla il giorno prima della festa della donna con l’obiettivo di favorire l’emersione degli episodi di violenza».
Soddisfatto, ma anche rammaricato perché si potrebbe fare di più. «Un camper sarebbe più adatto rispetto ad un gazebo» continua il questore, «perché garantirebbe una maggiore privacy. Ma il numero di mezzi è limitato ed è giusto che i camper siano destinati alle città che ne hanno maggiormente bisogno». Per il Bellunese è un punto di merito: «in questa provincia non c’è una situazione emergenziale» continua Morelli, «i dati sono nella media nazionale. Questo non significa però che dobbiamo abbassare la guardia».
Anche per la Questura, insomma, l’attenzione al problema non si può circoscrivere ad una sola giornata all’anno. «Di solito non festeggio questo tipo di occasioni» continua il questore, «ma ho in programma una piccola occasione di festa insieme alle donne della questura. Agenti e funzionari che operano in polizia e che, contemporaneamente, svolgono un altro importante lavoro, quello familiare. A loro va il mio più sentito ringraziamento».(v.v.)
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