Gerry, un’istituzione per gli amanti del buon vino

CORTINA D'AMPEZZO
Il suo nome è Girolamo Gaspari, ma tutti lo conoscono come Gerry, di professione oste da 48 anni, nel locale affacciato sulla strada statale in via del Mercato, sotto la centralissima piazza Dibona: l’Enoteca Cortina.
Da quanti anni fai questo lavoro?
«Sono qui dal 1972, quindi sono quasi cinquant’anni. Quando ho rilevato il locale il vino era considerato un alimento, un buon bicchiere si beveva non tanto per il gusto di bere, il vino era quasi veleno, o meglio, a volte era proprio avvelenato... Ora invece si beve per il gusto di bere, e vini di buona qualità ce ne sono un’infinità. Ho voluto subito trasformare il locale un’enoteca, cercando vini di buona qualità con prezzi normali. Non solo italiani, ma da tutto il mondo».
Come hai iniziato ad importare i vini stranieri?
«Avevo un amico che aveva contatti con viticoltori in tutto il mondo. Nel 1978 feci la traversata degli Stati Uniti e scoprii i vini californiani: buonissimi. Pensavamo di essere i migliori e invece c’erano già allora altri posti in giro per il mondo dove si produceva del gran vino. E così ho cominciato a importare vino dall’estero e ad aumentare la scelta, le etichette. E i clienti apprezzavano».
Vini da tutto il mondo, non solo americani...
«Quando ho importato il vino cileno, a Cortina tutti volevano quello. Nel 1986 ho portato per la prima volta in Italia il vino dall’Austria, ci impiegai un anno... Ancora oggi sono importatore esclusivo di Nikolaihof, una delle etichette di vino bianco più prestigiose».
Quante etichette ha oggi Gerry all’Enoteca?
«Ci sono 800 etichette, di più non è possibile. Ho iniziato a comprare il vino all’ingrosso per avere un prodotto di qualità a un prezzo giusto. La mia attività quindi non è solo qui all’Enoteca, con la vendita al dettaglio, ma lavoro anche con le attività ricettive di Cortina e dintorni».
È sempre stato così il suo locale?
«All’inizio c’era solamente la parte dove si beve il bicchiere al banco, in piedi o seduti sulle sedie appoggiate alla parete. L’arredamento, invece è sempre lo stesso. Negli anni Ottanta ho acquistato la parte attigua, dove ho ricavato la saletta con alcuni tavoli, dove si beve la bottiglia accompagnata da qualche piatto di salumi o formaggi come stuzzichini. Di mia proprietà è anche il locale sotto al Corso Italia, vicino ad ex Antoniol, dove ora c’è l’osteria L’Asinella. Inoltre, ho aperto un po’ di anni fa un locale con vendita al dettaglio a Valle di Cadore, che si chiama sempre Enoteca Cortina».
Ci dica: sono più buoni i vini italiani o quelli stranieri?
«Vini buoni ce ne sono in tutto il mondo. Come vino comune si può dire che quello italiano è meno caro e più buono. L’Italia, però, per certi vini è situata troppo a sud: i bianchi, ad esempio, dell’Austria o della Germania sono speciali. Comunque, è difficile fare una valutazione. Certo è che il vino buono si trova in tutto il mondo».
Ha un cliente ideale?
«No, le persone che frequentano l’Enoteca sono tutte uguali, tutti vengono trattati allo stesso modo. In questo locale è passato di tutto: attori, calciatori, personaggi del jet set, imprenditori, maestri di sci, gente normalissima. Ricordo una ventina di anni fa il conte Nuvoletti che si beveva un bicchiere con accanto lo spazzino che smontava il turno. È questo il bello dell’Enoteca».
E il suo cliente medio?
«Uno che gli piace il vino».
Ci racconti un aneddoto di qualche personaggio famoso che è passato all’Enoteca in questi anni?
«Non saprei, è passata talmente tanta gente da queste parti in tutti questi anni… Tra i tanti, mi viene in mente al momento Jerry Calà, quando era a Cortina per le riprese di Vacanze di Natale. Veniva sempre all’Enoteca e ogni volta che qualcuno lo chiamava, mi giravo anche io...».
È cambiato il modo di fare turismo a Cortina?
«Le stagioni si sono accorciate, c’è meno gente. E poi ci sono gli alberghi, ma mancano gli albergatori».
Trova cambiata la gente che frequenta Cortina?
«Sì, innanzitutto c’è meno gente, dal 2010 in poi c’è stato un calo, sia come numero, sia come qualità. I più ricchi che la frequentavano non ci sono più, abbiamo perso il turismo internazionale degli anni ‘70. A Cortina in questi anni è calato tutto, anche i prezzi al metro quadro e l’economia in generale. Diciamo che è cambiato il mondo: ci sono meno soldi che girano e tanti si lamentano di questo. A Cortina tuttavia rimane una buona qualità nell’offerta».
Cosa farà Gerry in futuro?
«Sinceramente, sono un po’ stanco. Stare qui dietro al banco e fare l’oste è un lavoro molto impegnativo e faticoso, soprattutto ora che ho 76 anni. Sto cercando qualcuno che possa continuare il mio lavoro qui, all’Enoteca. Quando lo troverò, allora mollerò». —
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