Gestione profughi, altri tre indagati Due ex vice prefetti e una dirigente

padova
Tre nuovi indagati tra gli alti burocrati dello Stato per la mala gestione dell’affaire migranti affidata al monopolio della coop Edeco (ex Ecofficina) nelle mani di Simone Borile, della moglie Sara Felpati e del presidente socio Gaetano Battocchio. La procura di Padova ha indagato il viceprefetto vicario Alessandro Sallusto, braccio destro del prefetto padovano Patrizia Impresa (dal 27 gennaio 2018 trasferita a Roma poi dallo scorso luglio a Bologna). La procura di Venezia, invece, ha allungato la lista degli inquisiti nell’ambito dell’indagine gemella sul centro profughi di Conetta (frazione di Cona) con i nominativi del viceprefetto vicario Vito Cusumano (anche lui ora operativo altrove) e della dirigente prefettizia Paola Spatuzza con competenze in materia di immigrazione.
Il pubblico ministero Sergio Dini ha aperto un procedimento penale-bis visto che il principale filone è già stato chiuso. Indagato per concorso in violazione del segreto d’ufficio è il vice prefetto Sallusto che spunta in tante intercettazioni telefoniche e ambientali contenute nell’ultima informativa dei carabinieri del Nucleo investigativo di Padova formata da oltre 432 pagine. Avrebbe svelato a Borile & soci l’imminenza di alcune ispezioni sia nel centro di San Siro (l’ex caserma nel comune di Bagnoli) sia nell’ex caserma Prandina in centro storico a Padova. E, sempre o quasi, dopo essersi consultato con l’allora prefetto Patrizia Impresa (non indagata) e con il viceprefetto Pasquale Aversa, trasferito a Gioia Tauro quale componente della triade commissariale chiamata a gestire il Comune calabrese sciolto per infiltrazioni mafiose.
Il 12 luglio 2016 è tramite il fidato collega Sallusto che Aversa informa Borile dell’ispezione di personale dell’Usl nel centro di Bagnoli, indicando giorno (l’indomani) e ora (le 15). Non basta.
Il 25 settembre 2015 ancora Sallusto informa Sara Felpati (moglie di Borile) di una prossima ispezione che, dagli alloggi di accoglienza diffusa in via Cave (quartiere padovano di Chiesanuova), si sarebbe estesa nell’ex caserma Prandina in centro storico. Non è un’ispezione ufficiale, chiarisce. Insomma non sarebbe servita nemmeno la sua presenza istituzionale. Felpati chiama il marito Simone Borile: «Ciao. C'è un'ispezione alla Prandina a sorpresa, mi ha appena chiamato Ale (il nomignolo per indicare Sallusto)».
Sallusto avrebbe anche frenato i controlli voluti e richiesti nell’ex caserma di San Siro dal sindaco di Bagnoli, Roberto Milan. Sindaco che protestava per il sovraffollamento e la non gestione di fatto della struttura. Inascoltato dalla prefettura padovana.
Si arricchisce di un nuovo capitolo l’indagine sulla gestione del campo profughi di Conetta, frazione veneziana di Cona, coordinata dal procuratore aggiunto Adelchi D’Ippolito e dal capo della procura Bruno Cherchi. Sotto inchiesta risultano il viceprefetto vicario (all’epoca dei fatti contestati) Vito Cusumano che aveva in mano la gestione di appalti e assegnazioni. E con lui la dirigente Paola Spatuzza citata più volte nelle intercettazioni.
In una telefonata del 12 gennaio 2017 Borile ammette a Cusumano che la situazione nel centro di Cona è fuori controllo perché i (troppi) migranti non vengono puniti se colpevoli di mancanze. Sempre Borile il 31 dicembre 2015 a un interlocutore spiega che Cusumano gli ha chiesto di montare un’altra tenda a Cona: tu fai l'investimento – sarebbe stata la proposta del viceprefetto – e poi io te lo pago in 8 comode rate. Non basta. Si replica il film già visto nel Padovano. Le autorità prefettizie di Venezia avvisano anticipatamente la coop delle ispezioni da parte dell’Usl o del Comune di Cona. Lo fanno alla vigilia dei controlli previsti il 31 agosto 2015, il 7 gennaio 2017 e il 21 marzo 2016. Nell’agosto di tre anni fa è Cusumano a fare la soffiata: comunica che saranno cinque gli operatori che effettueranno il controllo. Borile fa presente che quello sarà il terzo controllo effettuato in un mese e il viceprefetto gli suggerisce di fare una relazione in merito.
Nel gennaio 2017 Cusumano si confronta con il viceprefetto padovano Aversa in merito alle modalità di una gara, lamentando l'ispezione della commissione parlamentare d'inchiesta nel campo di Cona che aveva riscontrato una situazione di precarietà sotto le condizioni minime essenziali. Cusumano indica al collega la presenza di 1217 ospiti rilevando che, in passato, si son toccati picchi più alti. E Aversa: a San Siro si erano superati i 900 migranti. Le intercettazioni svelano personale ridotto all’osso: a Cona appena 4 addetti per 840 ospiti. —
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