Gesto sacrilego: decapitate tre statuine a Villa di Villa
VILLA DI VILLA. Atto vandalico e sacrilego: decapitate tre statuine sacre di un capitello di Villa di Villa.
I vandali hanno agito probabilmente nella notte tra sabato e domenica, mozzando di netto le teste di Sant’Antonio, del bambinello che tiene in braccio e di Gesù. I simboli religiosi erano collocati all’interno di un capitello votivo (che reca una data: il 1856) posizionato sulla pubblica via a Villa di Villa.
La grata non viene chiusa a chiave, dunque per aprirla e mettere a segno lo scempio, gli ignoti non hanno fatto poi tanta fatica.
Del caso si stanno occupando i carabinieri che stanno procedendo d’ufficio e che riceveranno però anche la denuncia per danneggiamenti che sporgerà il Comune di Mel.
Sul posto si è recato infatti anche il sindaco Cesa, oltre al parroco don Giuseppe De Nardo: entrambi sbalorditi e rammaricati hanno stigmatizzato il gesto vandalico.
«Mi hanno informato i carabinieri di quello che era successo» spiega il sindaco di Mel Pierluigi Cesa. «Quando sono arrivato, ho ritrovato già ricomposti i vari oggetti sacri e le statue decapitate. I pezzi erano infatti un po’ sparsi dappertutto e probabilmente sono stati risistemati da persone del posto che curano il capitello. Il vandalismo deve risalire alla notte tra sabato e domenica, al massimo dal tardo pomeriggio di sabato perchè la zona è abbastanza frequentata e prima non si era accorto nessuno di questo accanimento. Mi auguro che i carabinieri facciano indagini a 360 gradi, non escludendo alcun particolare e indagando a fondo; inoltre c’è gente che frequenta l’area e spero che ci sia qualche testimonianza che fornisca particolari utili agli inquirenti. È un gesto sacrilego, un gesto vandalico vile e ignobile: quel capitello risale al 1856 ed è la prima volta che vengono danneggiate le statuine. Io non ho ricordo di episodi simili e di questa gravità, forse nel passato c’era stata qualche statua spostata ma mai mozzata in questa maniera brutale».
I capitelli a Villa di Villa sono due: quello danneggiato in modo barbaro è il più vicino al Terche, il secondo all’interno ha anche un dipinto del Cima (una copia).
Una statua di Gesù, poi S. Antonio e Gesù bambino che il santo tiene fra le braccia: tre le teste decapitate. «Bisogna capire se entrambe le statue erano di quel capitello», continua il sindaco. «Il gesto è gravissimo: le figure hanno subito la decapitazione. Il parroco era sul posto ma non ha spiegato nulla di particolare. Si tratta di luoghi pubblici, un simbolo della devozione popolare, su un terreno di proprietà privata probabilmente, ma oggetti che appartengono alla comunità: essa stessa se ne occupa per la cura. Dopo il 2000/2003 entrambi i capitelli hanno avuto interventi di restauro e comunque sono sicuramente curati e mantenuti dalla gente del posto e anche durante i periodi di iniziative religiose. Come Comune anche io ho avviato la denuncia: noi ci affianchiamo agli inquirenti che procedono d’ufficio per un atto simile».
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