Gettonate le nuove tecnologie «Devono aiutare i lavoratori»

FELTRE. Escono un paio alla volta, i primi già a partire dalle 12. Sono passate poco più di tre ore dall’inizio della prima prova di maturità, quella di italiano, ma nella metà del tempo è possibile...
FELTRE. Escono un paio alla volta, i primi già a partire dalle 12. Sono passate poco più di tre ore dall’inizio della prima prova di maturità, quella di italiano, ma nella metà del tempo è possibile scrivere temi egregi, basta avere l’ispirazione. Il tema preferito dai ragazzi della sezione socio-sanitaria dell’istituto Rizzarda è stato quello socio-economico incentrato su come le nuove tecnologie hanno cambiato (e cambieranno ancora) l’approccio al lavoro. Alcuni hanno scelto la forma dell’articolo di giornale, altri quella del saggio breve.


Tutti concordi nello scrivere che la tecnologia va bene, ma fino ad un certo punto. «Va bene ricorrere alla tecnologia purché sia faccia con morale», esclama Matteo Montanino della quinta A, «introdurre dei macchinari può abbassare i costi, però non bisogna soltanto pensare ad arricchire gli imprenditori, ma anche ad alleviare i lavoratori». Matteo sogna di entrare nell’esercito: «So che me ne farò poco di questo diploma, ma ho voluto comunque terminare perché mi piaceva». Jessica De Nale dell’altra sezione è più pragmatica: «Non ho fatto questa scuola per poi dovermi pagare un corso di specializzazione per poter diventare operatrice socio-sanitaria», esclama al termine della sua prima prova, «per questo non proseguirò con il percorso Oss, ma andrò a cercare lavoro in qualche fabbrica».


Proprio di operai ha parlato nel suo tema: «Guardo all’effetto negativo, ovvero all’incremento della disoccupazione dopo l’introduzione della tecnologia. Può essere invece utile per azzerare le distanze geografiche, ad esempio attraverso l’e-commerce. Ma andrebbe usata con intelligenza, come per aiutare le persone di una certa età, visto che dovremo lavorare sempre più a lungo». Michela Malacarne ha tentato l’analisi della poesia di Giorgio Caproni, perché «mi sembrava più fattibile e non era particolarmente difficile». Lei che già lavora in un bar di Lamon, non sta pensando di proseguire gli studi. Marco Reato invece sì, visto che dopo aver sviluppato il tema artistico-letterario e una volta terminata la maturità, dovrà solo scegliere se fare Filosofia o Lettere a Trento. «Sono ancora indeciso, ma penso farò filosofia», esclama entusiasta, «perché anche se mi darà meno lavoro, mi darà sicuramente più stimoli».


Francesca Valente




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