Ghezze in aula: «Era il caso di verificare»

Il capogruppo di opposizione ha testimoniato sulla sua iniziativa di rivolgersi alla Guardia di finanza

CORTINA. Telefonata all’opposizione. Poi anche una mail. Il capogruppo Stefano Ghezze ha ricevuto i messaggi da Francesco Cavallaro, uno dei candidati che ha assistito alla nomina di Tommaso Vesentini: «C’erano state delle anomalie ed era il caso di fare tutte le verifiche». A quel punto, ha fatto un accesso agli atti e ha portato tutto alla Guardia di finanza. Le difese degli imputati Franceschi, Musso e lo stesso Vesentini si chiedono come mai il secondo bando sia del gennaio 2013 e Ghezze vada in caserma solo a maggio. Vuoi vedere che l’ha fatto dopo l’arresto del sindaco Francecshi del 24 aprile, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip Cozzarini su richiesta del pm Bianco con l’accusa di turbativa d'asta, violenza privata e abuso d'ufficio?

Sentiti anche alcuni giornalisti, a cominciare da Matteo Negro, un coneglianese che veniva da un’esperienza come portavoce del presidente della Provincia di Belluno, Gianpaolo Bottacin.

Aveva i requisiti necessari per il posto a Cortina e ha presentato la domanda di ammissione, ma poi non si è presentato. Tiziana Bolognani di Antenna 3 si è trovata un link, nella homepage del profilo Facebook. Nel primo bando, c’era la data sbagliata della legge 150 del 2000 sulla disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni e non sarà corretta nemmeno nel secondo. In ogni caso, quello che bisognava fare era pubblicarlo sul sito dell’Ordine dei giornalisti, affinché avesse la massima pubblicità.

Vesentini aveva già lavorato sotto le Tofane per conto del Consorzio Cortina Turismo. Il suo nome era uscito a un incontro tra il sindaco Franceschi e il governatore della Regione Zaia, in un momento in cui Cortina era sottoposta a un’offensiva mediatica negativa. Si trattava di migliorarne l’immagine, a sentire il presidente Stefano Illing, e darci dentro con i comunicati stampa su tutti gli eventi della Conca ampezzana. La collaborazione del giornalista veronese è stata giudicata efficace e pagata con duemila euro. Un’esperienza positiva, alla quale ha fatto seguito quella in Comune per Vesentini.

Ultimo sentito colui che si è occupato di esaminare i contenuti di cellulari, computer e chiavette Usb. La sua deposizione è stata brevissima, poi il pubblico ministero D’Orlando ha chiesto e ottenuto di sentire altri tre testi, compreso Cavallaro. (g.s.)

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