Ghiacciai in aumento grazie alla neve

Le forti precipitazioni degli anni scorsi hanno fatto ingrandire le superfici di 100 ettari ma il trend resta negativo

LIVINALLONGO. I ghiacciai delle Dolomiti crescono. Ha provocato interesse, curiosità e anche un po’ di scetticismo la notizia dell’aumento di ben 100 ettari negli ultimi cinque anni, dal 2009 alla campagna di rilevazione di settembre. Non sono pochi, se si pensa che la superficie complessiva è attorno ai 400. Cosa è accaduto? Una tendenza che sembrava assodata si è invertito? Non è proprio così, in realtà.

I cento ettari in più ci sono tutti, ma sono il risultato di una serie d’inverni particolarmente nevosi, a partire proprio dal 2009, con tre annate molto ricche di precipitazioni (tranne l’ultima), che hanno portato a notevoli accumuli in quota. Basta pensare all'estate scorsa: chi ha percorso le Dolomiti si è trovato davanti a cumuli di neve, prodotto di un inverno eccezionale, che non si è praticamente mai sciolta. E quando sono stati fatti i rilievi a settembre, il risultato di cinque anni di buone precipitazioni nevose è apparso evidente.

A settembre, su incarico di Arpa Veneto, Dipartimento regionale per la sicurezza del territorio e Centro antivalanghe di Arabba, la società Helica di Amaro del Friuli ha compiuto un telerilevamento aereo sui ghiacciai dolomitici. Il rilievo è stato eseguito con la tecnica Lidar, in grado di produrre analisi tridimensionali, utili alla determinazione dei bilanci di massa, delle variazioni dei fronti e dei mutamenti aerali dei ghiacciai. Il rilievo e la successiva elaborazione dei dati compiuta dal Centro antivalanghe di Arabba, fanno parte di un progetto Interreg IV Italia- Austria per lo studio dei ghiacciai.

Anselmo Cagnati è uno degli esperti del Centro antivalanghe di Arabba che ha studiato i dati raccolti dalla società Helica: «La vita di un ghiacciaio è ovviamente condizionata dalle precipitazioni nevose. Il dato emerso dai rilievi di quest'anno è una diretta conseguenza di tre inverni molto nevosi, ma questo non vuol dire che il trend di scioglimento dei ghiacciai si sia invertito. Gli studi si fanno su 30-40 o 100 anni, non certo su cinque».

In cento anni i ghiacciai delle Dolomiti hanno perso il 49 per cento della loro superficie, e il 30 per cento è stato perso negli ultimi trent'anni. Ci possono essere dei rallentamenti, ma per una inversione di tendenza ci vuole ben altro, e soprattutto altri tempi.

Intorno al 1850 si è conclusa la piccola età glaciale che era iniziata 400 anni prima, attorno al 1450. Da allora si è osservato un continuo arretramento dei ghiacciai, rallentato negli anni 80, grazie a inverni nevosi e freddi. In un recente studio condotto da Andrea Crepaz, Anselmo Cagnati e Giovanni De Luca sono riportati i dati di alcuni dei più importanti ghiacciai delle Dolomiti.

La Fradusta è passata nell'ultimo secolo da 1.07 chilometri quadrati, a 0.11 chilometri quadrati (ha perso l'89 per cento della sua superficie, il 73 pe cento solo negli ultimi trent'anni). Il ghiacciaio della Marmolada aveva una superficie di 3.35 chilometri quadrati, ora è a 1.6 chilometri quadrati (-52 per cento). L'Antelao superiore ha perso il 41 per cento della superficie. Una tendenza che non dovrebbe cambiare in tempi brevi, anche se le belle nevicate invernali come quella dell'anno scorso di sicuro aiutano tanto, dalle stazioni sciistici, alle falde acquifere e ai ghiacciai.

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