Gian Battista Olivotti, mai più ritrovato
CIBIANA DI CADORE. Anche Cibiana il 4 novembre ebbe un morto: Giovan Battista Olivotti, 38 anni.
«Fu travolto dalla furia delle acqua del “Ru de le stele” all’altezza della fabbrica Fioc», racconta la sorella Dima. «Era a casa mia e quando sentì che c’era l’acqua che aveva invaso la zona, si cambiò e insieme ad altri volontari cercò di deviare il materiale per farlo ritornare nell’alveo. Purtroppo dalla montagna scese una slavina di acqua, alberi e fango che investì mio fratello e altri tre. Lui ne fu travolto mentre gli altri riuscirono a fuggire in tempo e si salvarono. Scomparve nei gorghi dell’acqua e travolto dalla ghiaia e dall’altro materiale che precipitava a valle. Nonostante molte ricerche fatte subito sia dai suoi compagni di lavoro che nei giorni successivi dal Comune e dal Genio Civile, il suo corpo non fu mai più ritrovato. Mio marito, Albino Bianchi, che doveva andare con lui, è arrivato su luogo della disgrazia poco dopo. Così si è salvato».
Poche ore dopo la tragedia di Olivotti, più a valle l’acqua e i detriti travolsero, distruggendola, anche una segheria. Il “Ru de le stele”, che ha travolto Tita Olivotti, si chiama così perché tutti i tronchi d’albero che vengono trasportati a valle dalle sue acque, vengono sminuzzati dalla violenza dell’acqua e dei sassi che trasporta a valle. È forse il più impetuoso e distruttivo torrente della zona.
I danni in tutto il Cadore furono elevatissimi, vennero travolte case, fabbriche, ponti e strade. Ci vollero anni per la ricostruzione. (v.d.)
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