Gidoni al posto di Roccon: incubo ricorsi

In consiglio regionale l’ex parlamentare della Lega Nord: «Sono basito e felice ma mi dispiace per gli elettori»
Di Valentina Voi

BELLUNO. «Sono basito». Non sono esattamente le parole che ci si aspetta di sentir dire ad un consigliere regionale neo-proclamato. Ma sono le uniche possibili al termine di una convulsa giornata - l’ennesima - che ha stravolto nuovamente la composizione del consiglio regionale. Entra Franco Gidoni, esce Franco Roccon. A deciderlo la Corte d’Appello di Venezia, riunita per nuovi approfondimenti relativi all’assegnazione dei seggi in consiglio regionale.

Una decisione frutto di una normativa decisamente complessa, nuova di zecca e passibile di diverse interpretazioni. Il mix è esplosivo: solo Gianpaolo Bottacin, candidato nella lista Zaia presidente, passa indenne per le forche caudine dell’applicazione della legge. La Corte d’Appello lo conferma consigliere regionale, come previsto fin dalle ore immediatamente successive allo spoglio delle schede.

Diverso il destino di Alessandra Buzzo e Franco Roccon. Il sindaco di Santo Stefano di Cadore, candidata a sostegno di Alessandra Moretti nella lista Veneto Civico, doveva occupare il secondo seggio riservato a Belluno secondo le previsioni ufficiose, ma pubblicate sul sito ufficiale, della Regione Veneto.

Lunedì la Corte d’Appello cancella i sogni del Comelico nominando Franco Roccon, ex sindaco di Castellavazzo e ex presidente di Bim Gsp. Candidato nella lista Indipendenza noi Veneto con Zaia, avrebbe dovuto iniziare il suo lavoro come consigliere regionale lunedì, in occasione della prima convocazione a palazzo Ferro-Fini.

Ieri la Corte d’Appello si riunisce nuovamente rivedendo l’assegnazione dei seggi. E il suo nome scompare dal verbale per lasciare spazio a quello di Franco Gidoni, candidato nella Lega Nord, già parlamentare con il Carroccio. Ingegnere, ha ricoperto anche incarichi amministrativi a Belluno.

Impossibile sapere quello che succederà ora. Si temono ricorsi e nuovi colpi di scena. Anche per questo il neo-consigliere non vuole sbilanciarsi e si limita a commentare al condizionale. «Se fosse vero ne sarei felice» spiega, «ma sono rimasto basito anch’io. Mi dispiace soprattutto per gli elettori che rischiano di non capire cosa sta succedendo». Un dispiacere fondato. I social network sono stati invasi da commenti ironici, arrabbiati, delusi.

«Nessuno l’avrebbe potuto prevedere» continua Gidoni, «io non avevo presentato nessuna memoria al tribunale. Di certo non saremmo andati a contestare il risultato elettorale». Cosa che invece hanno fatto altri candidati. Il vero timore, però, è quello dei ricorsi.

«Non starò fermo» annucia l’escluso Roccon, «ho in mano un atto di nomina e sono consigliere regionale da una settimana. Provvederò a tutelarmi anch’io come la Corte d’Appello. Le informazioni sono state frammentarie, superficiali. Di questo passo non si farà mai il consiglio regionale».

Si limita ad attendere Gianpaolo Bottacin, confermato dal tribunale. I suoi rapporti con Gidoni sono decisamente migliori rispetto a quelli con Roccon, con il quale c’è una causa in corso. «Se entrasse Gidoni ne sarei felice» spiega, «fa parte del mio stesso partito».

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