Giomi pronta a vendere le sue quote all’Usl 1
CORTINA. Vendere la propria quota nella società Codivilla Spa all’Usl 1 Dolomiti per garantire la continuità ai lavoratori.
È questa una delle ipotesi al vaglio del tavolo tecnico aperto tra l’azienda sanitaria e la Giomi spa. Una proposta che è stata presentata qualche tempo fa e che è appoggiata anche dalla Funzione pubblica della Cgil. Ma se ancora non si è arrivati a una definizione, c’è da pensare che alla base ci sia una questione di corrispettivo. In poche parole, la somma in denaro che l’Usl 1 dovrebbe sborsare per entrare in possesso del 49% in mano al socio privato e diventare unico socio della Codivilla spa.
La società dovrebbe così rimanere in piedi tenendo al suo interno tutti i dipendenti fino a quando la stessa azienda sanitaria non avrà acquisito il 10% delle azioni di Oras, facendola entrare direttamente nella gestione dell’ospedale. Soltanto in questo caso, quindi, la società Codivilla Spa sarebbe sciolta. Solo in questo modo si potrà garantire la continuità del posto di lavoro per i 101 dipendenti che da sabato saranno licenziati.
«La Codivilla Putti spa diventerebbe una società in house se l’Usl decidesse di acquistare le quote della Giomi», spiega meglio Gianluigi Della Giacoma, che dice di aver fatto menzione di questa ipotesi anche nell’incontro in Regione la settimana scorsa, senza avere un seguito. «In questo caso non sarebbe più necessario licenziare i lavoratori e chiudere l’ospedale per permettere il passaggio di consegne. Si tratta di un accordo che risolverebbe molti dei problemi e dei nodi che oggi faticano a essere chiari anche in quello schema di accordo proposto dal decreto regionale del 20 aprile».
Per il sindacalista, se questo passaggio non dovesse avvenire «rischiamo di avere l’ospedale chiuso da domenica per chissà quanto tempo e i dipendenti a casa fino a quando non si sa».
Resta poi da risolvere, e non è cosa di poco conto, la questione delle agenzie interinali. Come saranno scelte? «L’Oras è una società pubblica e quindi deve individuare queste agenzie tramite dei bandi di gara o tramite delle manifestazioni di interesse», dichiara il sindacalista della Cgil. «Inoltre, se anche quello che si legge nello schema di accordo è vero, e cioè che anche l’Usl potrebbe assumere alcuni dei 101 lavoratori della società sperimentale, mi sorge una domanda: come farà a garantire il punto di primo intervento e il poliambulatorio, se il personale sanitario in comando non sarà sufficiente?»
Il sindacalista fa notare che «l’Usl e la Regione hanno promesso di garantire questi due servizi senza soluzione di continuità, ma domenica, quando cioè la sperimentazione sarà soltanto un pallido ricordo, avrà il personale per poterlo fare? E se non dovesse avercelo, come farà a reperirlo tra quello in capo alla Codivilla spa, se ancora non è stata individuata l’agenzia o le agenzie interinali che li devono assumere per poi passarli all’Usl?».
Intanto, ieri l’amministratore delegato della Giomi spa nonché della società per azioni Codivilla Putti, Massimo Miraglia, ha iniziato i colloqui con i suoi legali per capire cosa fare dopo la sentenza del giudice civile, che non ha ammesso il ricorso di urgenza contro la delibera regionale sulla chiusura della sperimentazione (sulle varie decisioni venete Giomi ha presentato negli anni altri ricorsi al Tar, che dovrebbero risolversi entro la metà di maggio). La decisione non è semplice, anche perché bisogna capire se la Giomi vuole continuare lo scontro con Usl e Regione o se invece è disposta a fare un passo indietro. In questo caso diventerebbe importante l’ok dell’azienda sanitaria alla proposta di acquisto di quel 49% in possesso di Giomi. I tempi stringono, e anche dal tavolo tecnico di via Feltre non arriva alcuna notizia del raggiungimento di un accordo tra le parti in causa.
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