Giorgio Azzalini «Non vendiamo false illusioni»

No a promesse irrealizzabili «La vera domanda in questo momento storico è: a cosa siamo disposti a rinunciare in futuro?»

belluno

Le campagne elettorali sono un susseguirsi di promesse che nel 99% dei casi non vengono mantenute, a volte per incapacità dell’eletto, ma spesso anche perché si trattava di sogni irrealizzabili. C’è chi, per esperienza e visione, lo ammette senza tabù e propone una domanda “al contrario”: a cosa siete disposti a rinunciare? Chiamarla provocazione sarebbe superficiale, perché in un mondo in forzata decrescita questa forse è la domanda più sensata. A lanciarla è Giorgio Azzalini, avvocato socialista, candidato con Italia Viva, che sostiene alla presidenza del Veneto Daniela Sbrollini. Azzalini è in lista con Daniela Larese Filon, Alfredo Cattaruzza Pino, Paolo De Pasqual e Gaetano Rizzo. «La nostra è una lista di coraggiosi», osserva Azzalini, «nel senso che non vendiamo illusioni. In un contesto storico come quello attuale, la prima cosa che dovremmo fare per dare un futuro ai giovani è ridurre il debito. A me sembra che prima di costruire proposte su qualcosa che manca, sarebbe più urgente smaltire le promesse che ci siamo fatti per anni».

In un momento in cui la politica ha dimenticato le ideologie (quasi vergognandosene), in favore del tifo da stadio, Azzalini rimpiange lo stile e i contenuti di democristiani e socialisti e suggerisce un modo diverso di presentarsi agli elettori: «Bisognerebbe avere il coraggio di non dire nulla. Sarebbe molto più innovativo di qualsiasi promessa. Io non prometto di fare nulla, anzi: se verrò eletto credo che mi troverò nelle condizioni di dover togliere. Cosa toglierei? A ciascuno qualcosa in proporzione all’età, perché per ogni anno in più c’è chi ha ottenuto maggiori indennità, più benefici, garanzie più complete, strade più lunghe. In futuro bisogna chiedersi cosa riusciremo a tollerare: una buca nella strada, una patrimoniale, meno tempo libero... Ci comportiamo come se le istituzioni fossero qualcosa di diverso da noi, abbiamo un senso del credito immenso, mentre quello del debito è inesistente. In realtà abbiamo un debito del 160% da restituire ed è ora di pensare davvero a cosa siamo disponibili a rinunciare». —



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