Giornali e web, l’informazione cambia
CORTINA. Il cambiamento dell’informazione locale passa attraverso Internet, ma resta radicato nella figura del giornalista. È la conclusione alla quale è giunta ieri sera la tavola rotonda moderata da Alberto Sinigaglia, organizzata per “Cortina tra le righe”, dove si è sviluppato il confronto con i direttori delle testate trivenete.
Pierangela Fiorani direttore gruppo Finegil, Ario Gervasutti de Il Giornale di Vicenza, Omar Monestier del Messaggero Veneto e Alessandro Russello del Corriere del Veneto hanno raccontato le loro esperienze e ricordato al pubblico come Internet, i siti dei giornali e i social siano ormai strumenti imprescindibili per fare e dare informazione. «Noi giornalisti cerchiamo di essere lo specchio del territorio del quale scriviamo», ha esordito Pierangela Fiorani, neo direttore de “Il Mattino di Padova”, “La Nuova Venezia”, “La Tribuna di Treviso” e “Il Corriere delle Alpi”. «I giornali locali hanno ancora molta forza sulla carta, sono i giornali che la gente cerca in edicola, ma allo stesso tempo stiamo cercando, direi con successo, di essere presenti sulle diverse piattaforme che la tecnologia ci offre. Dobbiamo continuare a fare il nostro mestiere come si è sempre fatto, ma sfruttando le tecnologie. Bisogna andare a cercare i fatti, approfondendo il più possibile, creando un legame con la gente. Il giornale di carta è una sorta di piazza per comunicare con le persone e Internet è uno strumento che noi giornalisti dobbiamo avere l’umiltà di capire. E anche la voglia di frequentare, perchè è lì che i lettori ci dicono la loro, commentano le notizie o le criticano. Oggi il giornalismo vive l’intersezione, secondo me bellissima, che c’è tra il giornale di carta, che uno ha voglia di sfogliare e che rappresenta ancora la vicinanza con il giornalista e il fronte virtuale che si alimenta del mondo reale e ha bisogno della nostra mediazione. Dobbiamo continuare a fare il nostro mestiere con la stessa attenzione, umiltà e passione di sempre, stando tra la gente e parlando con la gente, dal vivo o sul web».
Tra i compiti dei giornali e dei giornalisti c’è anche «quello di aiutare la società a capire come usare gli strumenti tecnologici moderni», ha spiegato Gervasutti, «Oggi tutti hanno la possibilità di dire la loro on line e questo è un bene fino a un certo punto, perché poi ci si trova di fronte a insulti, bestemmie o altro: un vocabolario che noi abbiamo bandito dalla nostra pagina Facebook. Il giornalista ha ancora il suo peso nell’informazione e noi dobbiamo continuare a informare in maniera corretta, veritiera e puntuale».
Il problema, secondo Monestier, «è che non ci si vuole rendere conto che non ci sono più i sacerdoti del giornalismo. Le persone vogliono essere partecipi dell’informazione. Anche per questo, oggi, i giornalisti vivono una crisi identitaria. Lo sbaglio di un giornalista è quello di non considerare i lettori e le loro opinioni».
A chiudere il dibattito è stato Russello. «L’informazione costa», ha detto, «e questo bisognerebbe farlo capire di più. La forza dei giornali locali è quella di essere sul posto, di avere collaboratori che battono il territorio, che sono lo spirito e l’anima dei giornali. Il giornalista continuerà anche in futuro a essere il produttore dell’informazione». (a.s.)
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