Giostraio accoltellato chieste nove condanne superiori ai due anni
FELTRE. Un coltello tra le scapole. Una famiglia di giostrai è in tribunale per le lesioni aggravate a Roberto Agnoletto, all’edizione 2016 della sagra di Anzù. Gli imputati sono undici, ma non tutti si sono presentati di fronte al gup Scolozzi, dopo che il difensore Luppi aveva chiesto l’abbreviato. Il pm Gallego ha chiuso la propria requisitoria con l’assoluzione per Alex e Maurizio Major, perché non hanno partecipato alla spedizione punitiva, ma per quello che sarebbe successo prima devono rispondere di tentata estorsione, perché avrebbero minacciato Agnoletto di bruciargli la roulotte e abbattergli la giostra.
Ci sono, invece, sette richieste di condanna a due anni e quattro mesi per quelli che hanno una recidiva e un paio a due anni e due mesi per coloro che invece non se la vedono contestare. La difesa è arrivata a conclusioni diverse e il giudice ha rinviato al 19 febbraio per eventuali repliche e sentenza di primo grado.
Nel frattempo Agnoletto ha avuto un risarcimento, pertanto non si è costituito parte civile. A distanza di tempo sta molto meglio, ma quel 3 maggio 2016 se l’era vista bruttissima, finendo all’ospedale Santa Maria del Prato con traumi diffusi e uno pneumotorace ai polmoni per 20 giorni di prognosi.
I fatti si sono svolti al luna park. Tutto era partito da una lite per un posto: Alex e Maurizio Major avrebbero cercato di costringerlo a spostare la sua attrazione da uno spazio, «sennò ti ammazziamo, ti brucio la roulotte, ti buttiamo giù la giostra e ci metto la mia». In questo sta la tentata estorsione, nel senso che i due intendevano avere un incasso superiore. La Butterfly è la giostra con catene e seggiolini e lo scopo è di prendere la coda a una certa altezza per vincere un giro.
Per Agnoletto c’è stata una specie di spedizione punitiva di una decina di persone, che l’avrebbero inseguito, colpito e addirittura accoltellato alla schiena. Una lama di sette centimetri era stata trovata ancora conficcata dai carabinieri. Alcuni degli aggressori erano stati riconosciuti da Agnoletto, che però era di spalle. Non è mai stato in grado di dire chi l’abbia accoltellato e, durante le indagini, nessuno ha confessato. I militari sono arrivati a identificare nove persone, grazie ai tabulati telefonici. La Procura non ha mai ipotizzato il tentato omicidio, fermandosi alle lesioni aggravate. –
G.S.
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