Giovane incinta si capotta salvata dall’autista del bus
COMELICO SUPERIORE. Si capotta con la Yaris su una curva della Provinciale 532, scendendo verso Padola: poi arriva un pullman della Dolomitibus, l’autista scende e aiuta la donna a uscire dall’auto capovolta. È sotto choc ma non ha subito lesioni gravi L.S., 27 anni di Belluno, incinta di sei mesi: sta bene anche il piccolo che porta in grembo e per il quale si è temuto tantissimo. La giovane è stata trattenuta in osservazione al Pronto soccorso del San Martino di Belluno.
La donna ieri intorno alle 13.40 era alla guida della Toyota con cui stava scendendo verso Padola: nevicava nella zona del passo di Sant’Antonio, tra Auronzo e Padola. In una curva appena sotto il passo, la Yaris si è imbarcata su quei cinque o sei centimetri molto bagnati di coltre bianca: nonostante le gomme da neve montate e la bassa velocità , l’auto è finita sul gradino a bordo strada che ha fatto da trampolino e l’ha proiettata fuoristrada, tre metri oltre. Sottosopra, con le ruote all’aria.
La 27enne è rimasta all’interno, non incastrata benchè capovolta. Riesce a togliersi la cintura ma per lei sarebbe stato difficile uscire da sola perchè la portiera del lato del conducente era molto deformata: l’abitacolo era abbastanza in buono stato ma il tetto della Yaris era tutto piegato.
In salita verso il passo, poco dopo è sopraggiunto il mezzo della Dolomitibus. Portava a casa una decina di persone, studenti in maggioranza. «Facevo la linea Padola-Danta», racconta Marco Eder, 33 anni di Auronzo, l’autista della Dolomitibus che aveva raccolto i ragazzi alle fermate di scuola. «A 300 metri dal passo ho buttato l'occhio per caso verso destra e ho visto una macchina capovolta appena fuori strada. Così ho messo in sicurezza la corriera e sono andato a vedere se c'era dentro qualcuno. Ho chiamato ad alta voce e la signora ha iniziato a urlare, così ho cercato di aiutarla. Per fortuna rispondeva a tutte le domande: era ovviamente sotto choc e molto agitata, preoccupata per il bimbo. L’auto era capovolta, ruote all’aria, e lei non riusciva a uscire perchè le portiere erano incastrate dal terreno, con la neve... Dopo un po’ l'ho calmata e l'ho aiutata».
Prima ancora di avvicinarsi alla Yaris, Eder aveva allertato il 118 per i soccorsi: e in attesa dell’arrivo di ambulanze e vigili del fuoco, ha raccolto la signora e l’ha fatta salire sul pullman, «dove c'era caldo», racconta «e ho aspettato l'ambulanza e anche l’arrivo del suo compagno che avevamo chiamato a Padola. Il suo pensiero era il bambino», e in quel momento il bimbo è diventato il pensiero di tutti. Anche degli studenti che hanno compreso il problema e sono stati invitati a chiamare le famiglie per avvisare del rientro ritardato. «Mai immaginata una cosa simile, per fortuna è andato tutto bene: perchè in questi casi se apri la portiera non sai che cosa trovi», conclude Eder.
I vigili del fuoco di S. Stefano sono arrivati con l’autolettiga per il trasporto in ospedale e con il mezzo del distaccamento, sul posto anche i vigili volontari di Padola: una squadra ha aspettato il carro attrezzi, nel frattempo l’auto era stata rimessa sulle quattro ruote. Così, mentre dei rilievi si stanno occupando i carabinieri di S. Stefano, in Dolomitibus plaudono al soccorso prestato da Eder. «Mi congratulo con lui e faccio tanti auguri alla signora», commenta il presidente Giuseppe Pat «per questo gesto di umanità e di attenzione, per questo gesto che va al di là del suo servizio. Eder lavora con noi da un po' di anni e anche in questa occasione ha dimostrato sensibilità, competenza e professionalità che animano i nostri dipendenti».
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