Giovani: in montagna più soli e più tenaci, ma più fragili

Identikit dei ragazzi realizzato dall'Usl 2 di Feltre: record per alcol, droga e suicidi
In alto a sinistra l’ospedale Sotto la presentazione dello studio di giovani di montagna A destra ragazzi e alcol
In alto a sinistra l’ospedale Sotto la presentazione dello studio di giovani di montagna A destra ragazzi e alcol
FELTRE.
Sono più soli e hanno meno opportunità dei loro coetanei della pianura. Anche per questo spesso cercano scorciatoie a rischio. Allo stesso tempo, però, amano la loro terra e hanno un senso del dovere e dell'appartenenza superiore alla media. A fotografare la situazione dei giovani in montagna ci ha pensato l'Usl 2 di Feltre, sollecitata dal consigliere regionale Dario Bond, con la collaborazione del ministero della gioventù e della regione Veneto. E ieri, alla presenza dell'assessore regionale Remo Sernagiotto, è spettato al direttore dei servizi sociali dell'Usl 2, Alessandro Pigatto, illustrare l'indagine alla quale ha collaborato Ilaria De Paoli con la sua squadra.  Lo studio è frutto di un lungo lavoro ed è stato portato avanti su 99 comuni montani del Veneto: 64 nel Bellunese, 24 in provincia di Vicenza, 10 a Verona, uno soltanto (Fregona) a Treviso. L'età target è compresa fra i 15 e i 30 anni per un totale di 36.161 giovani.  Tra i dati più eclatanti c'è quello relativo all'uso di sostanze stupefacenti: il 5 per cento degli studenti di montagna dichiara di aver usato cocaina almeno una volta nella vita. E questo contro il 2,6 per cento della media veneta. Nonostante questo, la maggior parte degli utenti in trattamento nei Sert sono soggetti con problemi di eroina. Ci sono poi il sesso precoce, la maggiore propensione ai suicidi e l'uso di psicofarmaci, soprattutto fra le femmine. Di contro c'è una gioventù propensa al sacrificio, al lavoro autonomo e alla volontà di realizzarsi fra le proprie montagne. Per non parlare del volontariato e dell'associazionismo sportivo, un dato costante e rassicurante.  «I nostri giovani hanno ancora una scala valoriale molto solida», ha detto il consigliere regionale Dario Bond. «Significa che c'è molto materiale su cui lavorare. Ma per dare un'opportunità ai nostri giovani serve condividere le esprienze con chi vive in montagna. Dobbiamo fare squadra con la montagna europea, dobbiamo confrontarci con chi ha le nostre stesse problematiche, dai pochi cinema alle difficoltà di raggiungere la scuola».  L'assessore alle politiche sociali Sernagiotto ha recepito il messaggio: «Questa fotografia fatta dall'Usl 2 ci servirà ad aprire subito un tavolo di confronto sulle problematiche dell'isolamento: una montagna abitata è un valore aggiunto per tutti».
I comportamenti a rischio.
I giovani di montagna si sfidano spesso con comportamenti differenti rispetto a quelli sperimentati dai coetanei cittadini. L'elemento più evidente in tutto il territorio montano veneto è il rapporto con l'alcol e la cannabis. Altri elementi rintracciati nel territorio, quanto a uso di psicofarmaci e tasso di suicidi, potrebbero far pensare a un particolare malessere legato alla difficoltà di comunicare e di chiedere aiuto. A questo proposito il direttore sociale Pigatto ha detto che il tasso dei suicidi in territorio montano è del 16,6 ogni centomila abitanti contro l'11,3 della regione Veneto. I suicidi e i tentati suicidi che hanno visto protagonisti giovani fra i 15 e i 30 anni in provincia di Belluno sono stati 6 nel 2008 e 9 nel 2009. Considerato che la mortalità per suicidio aumenta con l'età, è utile valutare il rapporto standardizzato che slega il fenomeno dal fattore età della popolazione. Così ad avere i valori più alti restano le Usl di Belluno e Feltre. Sull'assunzione di alcol e droghe cosiddette leggere, è intervenuto il comandante dei carabinieri di Feltre, Antonio Cavalera il quale ha evidenziato la disinvoltura, da parte dei giovani locali, ad approvvigionarsi di sostanze psicotrope; l'incidenza di poliassuntori, a seconda delle disponibilità sul mercato; l'opportunità di non sottovalutare il gambling, ossia la nevrosi del videopoker o del gioco d'azzardo trasversale a tutte le età.
Comportamenti sessuali a rischio.
E' sempre più diffuso l'uso della pillola del giorno dopo, alla stregua di un contraccettivo e non come rimedio di emergenza. Un'indagine condotta dal consultorio di Pieve di Cadore, nelle sedici farmacie del territorio, rileva che su 159 confezioni vendute in un anno, secondo i farmacisti, l'ottanta per cento (127 scatole) sono state acquistate da giovani fra i 15 e i 30 anni. Significativo anche il numero di interruzioni volontarie di gravidanza alle giovani del territorio, in particolare all'Usl di Feltre con 65 interventi a giovani residenti, su dati 2008. Per il territorio dell'Usl è stato possibile calcolare i tassi di abortività per classe di età e metterli a confronto con i dati relativi al Veneto e all'Italia. Risultano molto superiori al trend veneto, più vicini alla media nazionale.
Il mondo di Bacco.
L'uso di bevande alcoliche da parte dei ragazzi veneti è sopra la media nazionale: circa l'89 per cento dichiara di farne uso, soprattutto fra le ragazze. Si riscontrano la precocità del primo contatto con l'alcol, a undici anni in famiglia e a tredici nel gruppo dei pari, il cambiamento nello stile di consumo con il binge drinking principalmente nel fine settimana, e la modifica delle preferenze di bevande assunte, oltre a birra e vino, si consumano aperitivi e superalcolici. Altra cosa che emerge dall'indagine è il basso numero di utilizzatori in cura al Sert: chi si rivolge al servizio per la tossicodipendenza non lo fa perché si ritiene portatore di un problema, ma per lo più perché indirizzato dalle forze dell'ordine e perché costretto.

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