Giovani sempre più problematici colpa delle famiglie in difficoltà

Con la crisi economica le condizioni di vita di minori e adolescenti in montagna sono diventate critiche Migliaia i ragazzi in cura ai servizi. L’Usl 1 corre ai ripari con un progetto di sostegno familiare
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. Giovani sempre più soli e problematici. Colpa, nella maggior parte dei casi, delle condizioni di difficoltà economica e psicologica in cui versano le loro famiglie. La montagna sinonimo di isolamento e disagio (sociale e psicologico), acuiti negli ultimi tempi dalla crisi economica che ha creato situazioni sempre più critiche non solo tra i ragazzi, ma anche tra i genitori. L’allarme parte dall’Usl 1 e dall’unità Infanzia e Adolescenza che, per contrastare questa deriva, sta per avviare un progetto che punta a sostenere la famiglia e contrastare le situazioni di disagio dei minori.

L’allarme dell’Usl. Nell’anno 2014 sono aumentati gli inserimenti nelle comunità residenziali dei minori, passati dai 18 del 2013 a 23. In crescita anche gli ingressi in comunità diurne o mamma-bambino: da 15 a 18, per un totale di 41 inserimenti. Restano pressoché inalterati, invece, gli affidi residenziali (da 23 nel 20134 a 24 nel 2014) e i minori seguiti tramite progetti educativi a domicilio: da 39 nel 2013 a 40. Sono 1.177 gli adolescenti coinvolti in attività di prevenzione e sostegno tramite i consultori familiari (il 15% della popolazione di età compresa tra gli 11 e i 17 anni). Per contro, il servizio di consultorio riesce a intercettare soltanto in minima parte le difficoltà di coppia delle famiglie o i conflitti separativi (3.279 le persone in “cura”, il 3,5% su una popolazione di 93.213).

Come se non bastasse, il servizio tutela minori ha registrato un generale e costante aumento di minori soggetti a tutela a Belluno (dai 108 nel 2011 ai 186 del 2014, per un balzo del 72%) e in Cadore (+27% da 84 a 107), mentre una flessione si è verificata ad Agordo (-43.66%, dai 71 del 2011 ai 40 del 2014), dove la popolazione è meno numerosa e più anziana. Anche gli utenti del Servizio di età evolutiva sono in crescita, soprattutto per quanto riguarda il tempo in cui restano in cura (più di 18 prestazioni nell’anno per il 22% degli utenti).

Le abitudini a rischio dei giovani. Una ricerca dello Spazio adolescenti su come cambiano e si sentono i ragazzi - l’analisi ha preso in esame gli anni dal 1999 al 2015 - ha evidenziato che un quinto dei giovani intervistati manifesta comportamenti che presentano un certo rischio. È emerso, infatti, che il 20% degli adolescenti trasgredisce almeno una volta al mese, eccedendo nell’uso di alcol e denotando qualche incertezza personale nella sicurezza dei rapporti familiari. Inoltre, il 40% dei fumatori, sia maschi che femmine, utilizza anche l’hashish. E l’uso del tabacco, più dell’alcol, è indicatore di comportamento a rischio.

Ancora, il 15% dei ragazzi somma vari comportamenti: fuma tabacco, utilizza alcol in modo eccessivo almeno una volta al mese e fa anche uso di hashish: si tratta di casi a rischio. Circa un 2,7% degli adolescenti utilizza in modo differenziato sostanze pesanti quali ectasy, cocaina, eroina e in questi casi per i servizi dell’Usl è evidente un grave disturbo. Il 4% delle ragazze ha dichiarato di essere rimasta incinta.

La prima sigaretta si accende tra i 13 e 14 anni sia per uomini che per donne, mentre il debutto con l’alcol avviene fra i 13-14 per i maschi e tra i 15-16 anni per le femmine. L’uso di hashish inizia tra i 15-16, l’attività sessuale a 17 anni per entrambi i sessi.

Il limite dei servizi. Su 50 comuni afferenti all’Usl 1, solo sette hanno un servizio sociale, con la figura dell’assistente sociale presente almeno a tempo parziale. Inoltre, i tagli imposti dalla spending review hanno ulteriormente messo in difficoltà gli stessi servizi, che evidenziano mancanza non solo di personale, ma anche di risorse economiche. Per questo, l’azienda sanitaria ha deciso di chiedere aiuto alla Fondazione Cariverona per finanziare il progetto che costerà 440 mila euro in due anni. E sarà rivolto a potenziare il supporto ai ragazzi e alle famiglie per far sì che i giovani restino tra le pareti domestiche (una soluzione non solo utile per i ragazzi, ma anche per il budget dei servizi sociali).

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