Giovanni Gellera, una vita tra rocce e sentieri

L’imprenditore trevigiano lascia la moglie Gloria e due figli di 15 e 16 anni Nel 2009 l’accusa di aver causato una slavina. Al processo venne assolto

 

TREVISO

E’ stata una passione a spezzare a soli 50 anni la vita di Giovanni Gellera Malvolti.

Quella stessa montagna che aveva scalato e scoperto con gli scii ai piedi, che gli aveva regalato emozioni per lui indescrivibili, lo ha travolto senza lasciargli scampo. Quelle vette per lui erano quasi una filosofia di vita. Imprenditore molto conosciuto e stimato, Giovanni Gellera preferiva la roccia e i sentieri di montagna alle vie del centro città.

Così lo ricordano gli amici, come un grande e instancabile lavoratore, che preferiva l’aria aperta alla mondanità, che approfittava del weekend per concedersi una pausa ad alta quota, una domenica nella sua casa di San Vito di Cadore. Con l’amico Renato Sottsas, salutato per l’ultima volta sabato mattina prima di partire per il Monte Cristallo, aveva fatto una decina di anni fa alcune spedizioni nelle montagne della Scandinavia, della Norvegia e della Svezia.

Poi il suo lavoro (era titolare dell’azienda agricola Malvolti di San Fior e dell’agriturismo Al Vecchio Convento di Castello Roganzuolo) l’ha portato a dedicarsi a mete più vicine e a quelle Dolomiti che amava in modo particolare. Lo scii lo aveva coinvolto in una vicenda spiacevole nel 2009 quando venne accusato di aver provocato una slavina sciando fuoripista. Per quell'episodio venne denunciato, subì un processo e venne assolto.

Lo scii era uno di quegli sport che lo facevano emozionare insieme all’arrampicata. Una passione condivisa con molti amici e con i Rocciatori della Caprioli di San Vito di cui era socio.

L’altro sport che gli aveva fatto battere il cuore prima da giocatore e appassionato e poi da papà è il basket: ha giocato a lungo nella Ccrs di Conegliano.

I due figli di 16 e 15 anni hanno seguito le sue orme sul campo da pallacanestro e sono due giovani promesse dalla Vigor Basket di Conegliano. Lavoro permettendo Giovanni seguiva le loro partite, si appassionava per i loro risultati. La sua prematura scomparsa lascia un grande vuoto nella vita dei due ragazzi, in quella della moglie Gloria e in tutta la famiglia, che si è chiusa nel dolore per una tragedia di così grandi dimensioni. Un vuoto difficile da colmare per gli anziani genitori Mario e Marisa, per i fratelli Claudio e Francesca, per i parenti e gli amici provati da questa perdita.

Difficile per tutti darsi una spiegazione. «Era un grandissimo lavoratore, disponibile, premuroso», lo descrive un uomo che vive a breve distanza dall’agriturismo Al Vecchio Convento. Lo aveva cercato invano ieri mattina al cellulare, la notizia che quel giovane uomo sempre al lavoro lungo i filari del suo vigneto non c’è più l’ha lasciato senza parole.

Dopo aver frequentato la scuola enologica a Conegliano, ed essersi laureato in economia all’università Ca’ Foscari di Venezia, Gellera ha dato vita all’azienda agricola Malvolti di cui era titolare. «Siamo sconvolti per quello che è successo, era un grande appassionato di basket, di arrampicate e di scii, un instancabile lavoratore», così lo ricordano Arturo Vettori e sua moglie, grandi amici di Giovanni prima che colleghi. Commosso anche il ricordo di Antonio Bonotto titolare dell’azienda Bonotto Delle Tezze. «Era difficile incontrarlo al bar, più facile incrociarlo sulla roccia, sulle pareti.

Altre volte nella vita aveva corso dei pericoli, l’idea che non sia riuscito a cavarsela mi colpisce, pensavo che ce l’avrebbe sempre fatta».

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