Giovanni, il capostazione del Cadore

Girò la provincia per la sua professione, aveva una passione per le Porsche. Elena era poco conosciuta in paese
Giovanni Tabacchi è il terzo da sinistra con il cappello
Giovanni Tabacchi è il terzo da sinistra con il cappello

PIEVE DI CADORE. «Una persona simpatica, con la quale era facile e divertente passare una serata in compagnia»: così viene ricordato Giovanni Tabacchi “Schebe”, dai tanti amici che aveva in paese e anche da chi con lui aveva rapporti saltuari.

Di famiglia benestante, Giovanni Tabacchi al termine degli studi, non ancora ventenne, venne assunto dalla Ferrovie dello Stato e venne incaricato di gestire la stazione di Sottocastello, dove rimase per oltre dieci anni. Poi ecco arrivare il trasferimento alla stazione di Perarolo e in seguito in Alpago e in altre strutture ferroviarie, sempre in provincia di Belluno. Il momento della pensione arrivò mentre ricopriva il ruolo di capostazione in quel di Calalzo.

Tabacchi si era sposato con Delia, un’infermiera dell'ospedale di Pieve di Cadore, dalla quale, una volta in pensione, si separò.

Di carattere irrequieto, non potendo stare fermo, emigrò in Gemania, dove visse alcuni anni. «Era una persona straordinaria», ricorda Dino Rossi, anche lui dipendente dalle Ferrovie dello Stato, che con Tabacchi lavorò per più di dieci anni gomito a gomito. «Esuberante, ma sempre gentile, anche se in qualche occasione sembrava incostante e dava l'impressione di essere brusco, aveva un grande cuore ed era generosissimo, tanto che quando nel 1966 nacque mio figlio Stefano, volle fargli da padrino. Sono molto addolorato, per la sua morte. Con lui se ne va un amico e un vecchio compagno di lavoro», conclude Dino Rossi.

Giovanni Tabacchi “Schebe” era molto conosciuto anche per la sua passione per le automobili veloci. Aveva una particolare passione per le Porsche di colore argento, tanto da averne fatto un mito. Una passione che lo aveva portato ad acquistare numerosi modelli della casa tedesca e per la quale sacrificava molti soldi.

Rientrato in Italia dalla Germania, conobbe Elena Bortoluzzi, una ragazza nata a Belluno, ma originaria di Tambre d'Alpago. Con lei iniziò una convivenza, a tratti difficile, dalla quale nacque una figlia che oggi ha circa 25 anni. I due si trasferirono a Caorle, dove vissero una decina d'anni per poi tornare in Cadore, a Sottocastello, dove Tabacchi possedeva una casa a tre piani, vicina alla chiesa di San Lorenzo. I due conviventi abitavano al primo piano, dove sabato notte si è sviluppato l'incendio che ha ucciso la coppia e il loro cane. Curiosità, nel luglio del 2009 una baita appartenente allo stesso Tabacchi era stata distrutta dalle fiamme.

Elena Bortoluzzi, pur abitando a Sottocastello da qualche anno, non era molto conosciuta. Anche a Pieve si vedeva raramente e quasi solo per incontrare la figlia al Caffè Tiziano. Il suo carattere piuttosto riservato aveva fatto sì che anche nei negozi che frequentava quasi quotidianamente, come l’edicola-bar, non avesse legato o fatto amicizia. Entrava, acquistava ciò che le interessava e poi rientrava a casa sua.

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