Giro di vite contro le folli corse in moto
BELLUNO. La moto è libertà. Ma non di schiantarsi o, peggio ancora, mettere in pericolo la sicurezza degli altri viaggiatori. Con la primavera, che ha finalmente parcheggiato sul calendario 2013, parecchi centauri hanno riattivato l’assicurazione sospesa, sollevato il cavalletto e scatenato la lancetta del contachilometri. Non passa giorno, senza che qualcuno non finisca a visitare l’asfalto o un burrone e meno male che finora si stanno contando soltanto dei feriti. Caschi ammaccati, ma teste ancora tutte intere.
La Polizia stradale è già salita in sella, per cercare di combattere il fenomeno dell’alta velocità sulle strade della provincia. Il comandante Ameglio Menguzzo ha già dato tutte le istruzioni necessarie ai suoi ragazzi a due ruote: «Per essere competitivi in questa lotta per la tranquillità sulle vie di comunicazione, bisogna per forza mettersi sullo stesso mezzo di trasporto dei motociclisti. Noi l’abbiamo fatto e lo stiamo facendo tuttora, specialmente nel corso dei fine settimana, quando la concentrazione dei motociclisti è maggiore, rispetto ai giorni feriali. Gli agenti viaggiano con a bordo tutto quello che serve per prevenire gli eccessi di velocità e, se serve, anche per reprimerli. Ci sta a cuore l’incolumità di chi va in moto, ma naturalmente anche quella di chi, a volte, si spaventa, perché incrocia o si vede sorpassare da dei missili».
Non tutte le strade sono fatte per correre, a meno che uno non sia proprio fuori di senno. Ma ce ne sono anche d’insospettabili, senza dimenticare il Fadalto, il valico che collega la provincia con la Marca Trevigiana, tagliando fuori l’autostrada A27. Ci sono anche dei club organizzati di bikers e qualcuno ha la manopola del gas pesante: «Cerchiamo di battere in particolare, le zone preferite dai motociclisti della provincia o di fuori. Penso alla statale di Alemagna, alla Valzoldana o anche al Fadalto. È qui che passa la maggior parte dei centauri, di conseguenza è proprio qui che dovremo farci trovare più pronti».
Le cronache sono purtroppo piene di episodi e una regolata bisognerà darsela, prima che ci scappi la tragedia e non basti l’intervento dell’ambulanza del Suem o dell’elicottero. Ci sono incidenti moto contro moto, gente che esce di strada e anche che finisce in un burrone, come è successo a quel trentacinquenne tedesco, sul passo Sant’Antonio, prima di Auronzo: «La raccomandazione che possiamo fare noi è di essere prudenti e avere rispetto per la propria vita e quella degli altri», conclude Menguzzo, «noi siamo in giro, per quello che possiamo fare».
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