Giusti per il mondo, stelle dell’Arcobaleno
FELTRE. Volete respirare il mondo e l’ansia di giustizia che lo attraversa? «Basta sostare qui, in questo museo dei sogni o nel vicino frutteto biblico».
Così il sindaco di Feltre, Paolo Perenzin, ieri mattina alla Cooperativa Arcobaleno della Comunità per minori Villa San Francesco. C’erano, oltre ai ragazzi e ai loro educatori, una dozzina di colleghi sindaci; da Santo Stefano di Cadore è scesa Alessandra Buzzo, la più lontana. Non mancavano i parlamentari, come il bellunese Roger De Menech e il padovano Naccarato. Tutti sorpresi della freschezza di questa realtà educativa, che sa rinnovarsi ogni giorno.
C’erano l’avvocato Enrico Gaz e l’affreschista Vico Calabrò. Ben 11, questa volta, le “stelle dell’arcobaleno” riconosciute come “Giusti per il mondo”. Dall’ex presidente dei Bellunesi nel Mondo, Gioachino Bratti, accompagnato da Oscar De Bona, a Rita Miotto, da Rachele Aquaviva Filipetto a Riccardo Bonacina, una vita per il volontariato.
E poi Pietro Nava, testimone dell’attentato mafioso a Livantino, che da anni deve occultarsi per motivi di sicurezza e che ieri è stato “attualizzato” dai parlamentari De Menech e Naccarato.
E ancora: Guido Zovico, Ulderico Bernardi, sociologo, che a suo tempo accompagnò alla laurea uno dei primi universitari della comunità. Quindi Fessaha Alganesh, Peppe Dell’Acqua, un pioniere della riforma Basaglia, suor Eugenia Bonetti, testimone dell’impegno contro la tratta, e poi Angelo Gatto (alla memoria).
Un “Fiore dall’arcobaleno” è stato consegnato a Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, giornale che festeggia i primi 50 anni; la Comunità, invece, ne ha 70.
Maria Rosa Da Rold, presidente dell’associazione Cesare Piazzetta, ha presentato il tema educativo della comunità, fondato sulla “restituzione”. Tutti hanno ammesso che il titolo di “giusti” non se lo meritavano e che adesso, dopo averlo ricevuto, debbono impegnarsi per conquistarlo nei fatti. Attenzione – ha messo in guardia Bernardi –, il Pil di un Paese non si misura solo sull’economia, ma sulla frequentazione dei valori. E in ogni caso – ha raccomandato Tarquinio – bisogna ritornare alla “buona politica”, quella – ha esemplificato – che non processa chi va a salvare le persone che affogano in mare, ma semmai le aiuta.
È quanto intende testimoniare la Comunità diretta da Aldo Bertelle e sostenuta dal Cif (numerose ieri le presenze dell’associazione).
Ragazzi, sindaci ed ospiti hanno poi inaugurato, al frutteto, la Tana della volpe, progettata dagli alunni della terza D della scuola media di Vedelago, il cenacolo scolpito con la motosega da Gianni Zanella, Alberto Cecconello, Maurizio Zanella e il forno della vita costruito dai volontari della Comunità Celso Vidus, Paolo Racca, Maurizio Lusa, Sisto Barp con l’impiego delle pietre e sassi portati nel 2015.
Verrà cotto il primo pane con la farina di farro di cocco coltivata dall’uomo già nel 7000 a. c. Sono stati messi a dimora anche i semi di grano duro di saragolla coltivato già in epoca egizia, dono di Ercole Maggio.
«Vi è la speranza di mettere a dimora anche il grano del miracolo, quello a 7 spighe menzionato anche nella Bibbia» ha detto Bertelle.
Ha benedetto il vicario generale della diocesi don Graziano Dalla Caneva, mentre in serata la festa del volontariato è stata conclusa dal vescovo mons. Renato Marangoni.
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