Gli aggressori del turista bellunese erano certi di farla franca
JESOLO. Erano certi di farla franca i due triestini che la polizia locale ha rintracciato dopo il pestaggio della notte del 4 agosto. Ora sono indagati per lesioni gravissime in concorso. E la loro vittima, un 40enne di Belluno gettato a terra nella galleria del Maxim e preso a calci, sarà condannato a una vita di dolori e menomazione. . I suoi due zigomi sono stati ricostruiti con placche al titanio, ha perso i denti. Nel suo futuro ci saranno dolore e difficoltà a mangiare. E un risarcimento in sede civile di decine di migliaia di euro. Schiaccianti le prove a carico dei due 26enni residenti a Trieste: una guardia giurata di origini meridionali e un militare, proveniente da Treviso.
Sono gli autori del pestaggio, incastrati dalle telecamere di sorveglianza, rintracciati dalla polizia locale che ha trovato uno dei loro amici prima che si allontanasse, scandagliato i social, ricostruito la rete di amicizie fino alla perquisizione domiciliare del 15 dicembre scorso nelle abitazioni di Trieste dei due indagati.
Uno di loro si trovava in casa, l’altro era in Puglia per un corso. Ma nelle rispettive case hanno trovato gli stessi indumenti che indossavano in quella notte di terrore e violenza. Le immagini hanno filmato il momento in cui il 40enne è stato sbattuto a terra dopo una lite scoppiata nella galleria del Maxim.
Corroborati dall’alcol hanno scatenato la loro violenza, colpito con un calcio al volto di indicibile violenza e spietatezza che sembra sferrato da un esperto di arti marziali. A terra, confuso, il bellunese poteva perdere la vita come purtroppo è accaduto in altre risse o liti violente in discoteca.
I due si erano allontanati assieme ad altri amici, lasciando l’uomo a terra privo di sensi. Gli agenti hanno identificato uno degli amici, acquisito il video registrato dalle telecamere del luogo. Trovati gli amici che si erano radunati a Jesolo quella notte per festeggiare un addio al celibato e partecipare a un evento, per i due triestini si è trattato solo di tempo. Erano talmente sicuri di non essere scoperti che non hanno mai pensato di disfarsi dei vestiti indossati quella notte. È stata informata l’autorità giudiziaria, acquisiti i tabulati telefonici per confermare la presenza di tutte quelle persone al lido Jesolo. Poi la perquisizione domiciliare, il sequestro dei vestiti. —
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