Gli agriturismi già in prima linea

La Coldiretti distribuisce contenitori per far sì che i clienti portino a casa gli avanzi

BELLUNO. Lotta agli sprechi alimentari, la Coldiretti c’è. Da un paio di mesi la campagna di sensibilizzazione è partita in una cinquantina di agriturismi bellunesi appartenenti a Terra Nostra.

«Con l’inizio della primavera», sottolinea il presidente Silvano Dal Paos, «abbiamo distribuito agli agriturismi a noi associati una serie di contenitori, che svolgono il ruolo delle family bag pensate dal ministero dell’Ambiente».

Tali contenitori vengono proposti dai titolari dell’attività ai clienti, «perché quasi nessuno ci chiede direttamente di poter portare a casa le portata che non è riuscito a consumare durante il pasto», prosegue Dal Paos. «Si tratta di una iniziativa importante, pensata per sensibilizzare i clienti circa l’importanza di non sprecare cibo. Un invito che arriva dagli agriturismi, attività dove gli scarti alimentari sono vicinissimi allo zero, visto che gli avanzi vengono dati alle galline o ai maiali che sono presenti nell’azienda agricola».

La campagna della Coldiretti arriva anche nei farmer market e nei mercati in generale: «Cerchiamo di convincere il cliente ad acquistare ciò che realmente consuma, evitando di acquistare frutta e verdura che poi marcisca nei frigoriferi. Anche qui, poi, l’invenduto viene riciclato nelle varie aziende agricole. Questa è la nostra fortuna: abbiamo una sorta di ciclo chiuso, che ci porta a eliminare gli sprechi».

C’è anche chi aiuta le persone in difficoltà o le mense destinate ai poveri: «Ma qui entra in gioco il rapporto diretto che ogni socio ha con le varie associazioni umanitarie. Posso dire che svariati produttori regalano frutta e verdura a chi ne ha realmente bisogno».

La sportina per portarsi a casa i resti del pranzo non è davvero una novità per il Bellunese, spiega il presidente di Confagricoltura Diego Donazzolo. «I nostri anziani ben si ricordano che quando andavano a pranzare fuori casa, era normale farsi consegnare il cibo che non era stato consumato interamente a tavola. Poi con il boom economico questa usanza cadde in disuso, per ricomparire in questi ultimi anni nei paesi anglosassoni ed infine è tornata di moda anche da noi»

«Storicamente», aggiunge Donazzolo, «lo spreco alimentare non è mai esistito in quanto gli agricoltori sono ben consci delle fatiche per ottenere il cibo e hanno sempre trovato il modo di riciclarlo sia nella filiera produttiva che in quella alimentare». Così sono nati tanti piatti poveri che riutilizzano vari elementi.

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