Gli alberi schiantati da Vaia sono saliti a 13 milioni
La Fiera & Festival delle Foreste ha detto tante parole di verità sulla tempesta Vaia. . Primo: gli alberi schiantati non sono 8 milioni e mezzo ma circa 13 milioni. Parola di Raffaele Cavalli, docente universitario a Padova e consulente della Regione. Secondo: mancano imprese forestali sul territorio, mancano piste che entrano nel bosco, mancano perfino autoarticolati (esauriti tutti quelli disponibili in Veneto). Terzo: il rimboschimento non è un dogma, ma in tante valli e su alcuni versanti è meglio lasciare spazio al pascolo. Quarto: la bonifica del bosco schiantato – come ha rilevato il sindaco di Livinallongo Leandro Grones – si ferma al 20%, perché ci sono aree problematiche da aggredire.
Tutto questo ed altro ancora hanno evidenziato i convegni della prima giornata della manifestazione organizzata da Longarone Fiere, Provincia, Comune di Longarone, Veneto Agricoltura ed altre realtà del settore, con la Regione che è rimasta un po’ alla finestra.
Non sono intervenuti i vertici politici ma il presidente Luca Zaia ha inviato un messaggio di vicinanza e di sostegno. Non c’era nemmeno l’assessore regionale Bottacin. Doveva intervenire il soggetto attuatore, l’ing. Dell’Acqua, ma si è fatto sostituire da collaboratori. Per Veneto Strade era presente l’ingegner Artusato. E, in ogni caso, a tirare le fila è stato il consulente numero uno della Regione, Cavalli. Massimo Bortoluzzi, assessore provinciale, ha confermato che soltanto il suo ente ha un centinaio di cantieri di massima urgenza in corso, per 17 milioni di investimenti.
Attraverso una ricognizione delle varie aree di schianto, Bortoluzzi ha ricordato i 700 ettari di alberi a terra in Val Visdende e l’analoga cifra nel solo Comune di Livinallongo. Proprio qui – come ha riferito Grones – i metri cubi di legno venduti sono 36mila e 900 e a giorni ne saranno posti sul mercato altri 12 mila. Grones si è detto soddisfatto del prezzo raggiunto: 38 euro di media al metro cubo. Nelle casse di Fodom sono entrati, fino ad oggi, 600 mila euro. «Della quota ceduta, le imprese forestali sono riuscite a togliere dal bosco solo la metà, proprio perché è difficile entrarvi» sottolinea Grones. Si è molto discusso, come si diceva, del possibile rimboschimento.
Possibile o doveroso? Ecco il punto. I numerosi esperti hanno risposto che in tanti casi piante e ceppaie possono essere lasciate là dove si trovano. A marcire, ovviamente. È stato evocato, a proposito delle ceppaie, l’uso dell’esplosivo. A Grones, che raccomandava un utilizzo molto accorto della dinamite – e solo in casi eccezionali -, Cavalli ha annuito ripetutamente. Emanuele Lingua e Tommaso Sitzia hanno sollevato il problema del bostrico. Rilevando, appunto, che è in agguato. Basti dire che nella foresta di Tarvisio, peraltro non colpita da Vaia, in poco più di due anni l’insetto ha mandato al macero 30 mila metri cubi di abete rosso.
L’abete rosso, appunto: gli esperti dell’Università di Padova hanno raccomandato di non criminalizzarlo, come si è fatto in questi mesi. Quanto alla rigenerazione, per Lingua e Sitzia si tratta di individuare con consapevolezza gli interventi da adottare nel lungo periodo, con i tempi ed i mezzi più idonei. Loro, sulla base dell’esperienza, non sono così convinti della tesi che tutte le aree schiantate debbano ricevere un reimpianto. —
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