Gli alcolisti anonimi aprono le porte

BELLUNO. L’alcolismo è una malattia, ma guarire si può. Le strade da percorrere sono diverse, dal Sert agli Acat, ma un ruolo importante nel percorso di uscita dal tunnel dell’alcol lo giocano di sicuro gli “alcolisti anonimi”, associazione presente a Belluno, Feltre e Agordo.
Bastano poche parole per raccontare la filosofia che muove gli “A.A.”: «Se vuoi continuare a bere è affar tuo, se desideri smettere di bere ma non ce la fai, allora è affar nostro». L’associazione, infatti, si configura come un gruppo di persone, uomini e donne, che mettono in comune la loro esperienza di alcolisti, la loro forza e la loro speranza, per aiutare sé stessi e gli altri.
La formula è quella delle riunioni in cui tutte le persone che vi partecipano possono parlare (ma possono anche non farlo), raccontare la loro esperienza e cercare una chiave per raggiungere la sobrietà. «L’unico requisito per diventare membri dell’associazione è il desiderio di smettere di bere», spiega una persona che ne fa parte. Non diremo il suo nome, perché un’altra delle caratteristiche fondamentali degli A.A. è l’anonimato garantito a tutti i membri.
Attorno all’associazione gravita il gruppo dei familiari di alcolisti ed ex alcolisti, riuniti nell’associazione Al-Anon. Insieme, alcolisti anonimi e familiari, hanno deciso di allargare la loro azione, aprendo le porte della sede (che si trova in via Carducci 8, accanto all’uscita del parcheggio Metropolis, in stazione) ogni domenica, dal 18 novembre al 13 gennaio, per accogliere chi ha bisogno di aiuto e non sa cosa fare per smettere di bere. Per tre ore, dalle 15 alle 18, «persone che sapranno comprendere il vostro problema», recita il volantino, «sapranno indicarvi la strada per risoverlo». Ci saranno un paio di alcolisti anonimi e un paio di familiari, che cercheranno di rispondere ai dubbi, alle domande, alle richieste di aiuto.
L’associazione, che si riunisce ogni martedì dalle 20.30 alle 22 e ogni sabato dalle 17 alle 19, è nata a Belluno nel 1980. In Italia è presente dal 1972, nel mondo dal 1935. «La nostra filosofia è che l’ammalato cura l’ammalato perché lo capisce, sa cosa prova», continua la persona che abbiamo incontrato. Sono centinaia le persone che si sono rivolte agli A.A. di Belluno per uscire dal tunnel dell’alcol, e la percentuale di riuscita, partecipando alle riunioni, è notevole: 3 persone su 4 ce la fanno. «È però importante continuare a frequentare le riunioni, perché siamo sempre a rischio ricaduta», continua.
Gli alcolisti sono soprattutto uomini, ma le donne sono in aumento, tanto che ormai si può parlare di un 50 e 50. La “terapia” che si affronta nelle riunioni è basata sui famosi 12 passi, che partono dall’accettazione di avere un problema all’ammissione che da soli non si può risolverlo. Seguono indagini introspettive e passaggi che portano l’alcolista a mantenere la sobrietà per mesi, anni, e a non considerare più l’alcol la sua ossessione. Molto importante è il racconto della propria esperienza, che aiuta gli altri partecipanti alle riunioni non solo a sentirsi compreso ma anche a conoscersi meglio e ad affrontare il problema. Che riguarda una vastissima fetta di popolazione: l’alcol è una malattia democratica, colpisce indistintamente uomini e donne, operai e professionisti, tutti accomunati da un malessere interno che cerca sfogo e cura attraverso il bicchiere. Ma guarire si può.
Chi desiderasse informazioni, può chiamare i numeri 0437 941578 e 342 1757311.
Alessia Forzin
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