Gli alimentari dell’Est sbarcano alla Veneggia

BELLUNO. Alla fiera dell’Est. Alla Veneggia è aperto da poco il negozio di alimentari e prodotti tipici dell’Europa Est. Lo gestiscono due ragazzi moldavi che hanno deciso di seguire l’esempio dei romeni che lavorano a Feltre, sulla Culiada. Dietro al banco, una ragazza bionda, di nome Iulia. Basterebbe il suo sorriso delicatissimo per comprare qualcosa, ma se non è sufficiente, occhio ai prezzi della birra russa Baltica o del cioccolato romeno Rom, solo per dire due prodotti: «Dobbiamo per forza tenerli bassi, sennò non sarebbe facile venderli, anche se parliamo di merce di buona qualità. Qualcosa bisogna anche guadagnare naturalmente, altrimenti non è possibile tirare avanti, ma la nostra politica non può che essere quella della convenienza».
Un negozio in via Tiziano Vecellio, come quelli di una volta. Lontanissimo dalla logica del supermercato, vicino a quella dell’alimentari di altri tempi, dove si può trovare di tutto. Da dove arriva? E quali controlli sono previsti? «Noi ci riforniamo in alcuni magazzini tra Padova e Brescia, che sono da sempre il punto di riferimento per i negozianti delle nostre parti. Siamo controllati come i colleghi italiani, a cominciare dall’Ascom e cerchiamo di fare tutto quello che serve per offrire il massimo a un costo accessibile a tutti. Tra i nostri clienti, ci sono molti connazionali, però non mancano nemmeno gli italiani, che magari sono stati dalle nostre parti e hanno voglia di riprovare certi sapori. Speriamo che vada bene: noi ci stiamo mettendo tutto l’impegno possibile. Non abbiamo ancora fatto conti particolari, con la speranza che alla fine tornino, per quanto possibile».
Due negozi in provincia non sono molti, ma il fenomeno va osservato, oltre che rispettato. La concorrenza non arriva più soltanto dalla Cina, ma anche dai paesi dell’ex blocco sovietico: «Il mercato è libero e credo che sia giusto così», sottolinea Andrea Dal Pont della Consulta Ascom, «non mi preoccupo, a patto che le regole che dobbiamo osservare noi valgano anche per loro. Che siano sottoposti ai nostri stessi controlli, che giustamente sono severi, in quanto l’aspetto più importante non può che essere la tutela del consumatore».
Ma dopo i cinesi c’è da aspettarsi una nuova invasione dall’Est? «Sono curioso di scoprirlo anch’io. Vedo questi negozi anche come un punto di aggregazione per gli stranieri, che possono ritrovare prodotti, a cui erano affezionati in patria. Nessun problema per il resto, se si può combattere con le stesse possibilità. Noi cerchiamo di proporre il meglio alla nostra clientela e credo che loro facciano lo stesso, sempre nel rispetto delle regole».
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