Gli ambientalisti a Pozza «No allo sbocco a nord»
PIEVE DI CADORE. Non poteva essere altrimenti: alle dichiarazioni in favore del prolungamento dell’A27 da parte di Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio, non poteva mancare la reazione delle associazioni ambientaliste, da sempre contrarie a questa operazione. La presa di posizione è arrivata netta e motivata dal “Comitato per altre strade” e da un ventaglio di associazioni tra le quali Cipra, Italia Nostra, Wwf, Terre del Piave, Mountain Wilderness, Libera, Ecoistituto Veneto “Alex Langer” e il Gruppo promotore Parco del Cadore.
«Puntualmente», sottolineano le associazioni, «riemerge il leit motiv del prolungamento dell’A27, come panacea dei problemi bellunesi. Peccato che a spingere per questa soluzione siano sempre forze economiche estranee alle comunità di montagna e forze politiche che nel loro agire non hanno mai mostrato alcuna attenzione per chi vive e opera nelle terre alte. Ancora una volta questa proposta prende vigore in campagna elettorale in maniera ipocrita, non tenendo conto degli accordi internazionali che impediscono questo tipo di “sfondamento a nord”».
«Per evitare lo spopolamento», proseguono gli ambientalisti, «le genti di montagna devono poter avere opportunità pari a quelle delle genti di pianura in tema di servizi pubblici, scuola e formazione, sanità, trasporti pubblici efficienti, assistenza agli anziani, perequazioni per il maggior costo della vita, sostegno per la difesa del suolo e per il rispetto dell’incontestabile pregio ambientale. Di certo gli abitanti delle terre alte non sentono il bisogno di trasformare le loro strette e fragili valli in un corridoio di traffico su gomma nell’interesse delle lobby del cemento e della finanza, che non provengono certamente da questa provincia e dai territori che dovranno sopportarne le conseguenze. Chi vive in montagna sente, invece, la necessità di avere maggior peso politico a loro tutela, e questo non può dipendere esclusivamente dalla demografia, ma deve tener conto delle specificità della montagna, del suo patrimonio storico e culturale, delle tante sue potenzialità e, non ultimo, della sua importanza come presidio a difesa e protezione della pianura».
«È importante fare gruppo», concludono, «è importante che l’obiettivo sia unico per chi vive in Cadore, a Cortina o in Comelico, solo così è possibile trovare le soluzioni alle criticità menzionate e contrastare le ricorrenti iniziative che, come “lo sfondamento a nord”, sono a servizio di interessi estranei al territorio. Iniziative che danneggiano e indeboliscono le comunità su cui vengono calate. Occorre cambiare registro o, come affermiamo da anni, occorre muoversi “Per altre strade “».
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