Gli auguri del vescovo Andrich per Natale

Nel messaggio un ricordo di don Cassol: "Una delle perdite più dolorose per la nostra comunità diocesana in questi anni è stata la sua morte tragica La sua figura di uomo e di prete è viva in me e in molti che l’hanno conosciuto".
Il vescovo Giuseppe Andrich
Il vescovo Giuseppe Andrich

Il vescovo di Belluno, monsignor Giuseppe Andrich ha inviato un messaggio con gli auguri di buon Natale ai bellunesi.

I TRE PASTORI DEL PRESEPE

Nel Natale pensiamo molto e portiamo nel cuore (ri-cordiamo) le persone che fisicamente non sono più con noi. Una delle perdite più dolorose per la nostra comunità diocesana in questi anni è stata la morte tragica di don Francesco Cassol, cinque anni fa. La sua figura di uomo, di prete e di educatore è viva in me e in molti, moltissimi che l’hanno conosciuto e amato. Mi ha commosso in quest’Avvento leggere, nel presepio di una casa, un depliant con un suo scritto «I tre pastori che non devono mancare in un presepio»: quello che dorme, quello che adora, quello che offre. Trascrivo come augurio quanto don Francesco ci ha lasciato. Il pastore che dorme: «accade qualcosa di straordinario e lui dorme. Che tristezza! Che meschinità! Eppure mi rappresenta…». Il pastore che adora: «Mi raccomando che non manchi mai! Il Natale di Gesù non può lasciarci indifferenti. L’atteggiamento che chiede di far nascere in noi è quello dello stupore adorante: lo stupore di chi scopre con commozione una gioia grande e bella, lo stupore di chi si mette in ginocchio per ringraziare di un dono immeritato». Quanti doni in quest’anno straordinario della misericordia! Il pastore che offre: «E tu che cosa hai da offrire a Gesù? Non rispondere “niente”, perché Gesù accetta tutto. Tutto ciò che è autenticamente umano: la preoccupazione per un momento difficile; la gioia per un successo insperato; la bellezza dell'amicizia; la fatica del lavoro, la trepidazione dell’amore; la ribellione per la malattia e la morte. Tutto gli interessa e tutto accetta, perché gli interessiamo noi e accetta noi. Proprio per noi, per me e per te ha disceso i cieli e si è fatto uomo. Per dire a me, a te, a tutti noi: «Ti amo, sei importante per me!». Ecco l’augurio per questo Natale. Che non manchi la nostra immedesimazione nei tre pastori. Anche in quello che dorme: l’assopimento è facile, siamo di pasta fragile. Facciamoci coscienti della nostra debolezza e poniamoci nel presepio. La Misericordia del Padre, che ha inaugurato il suo «ultimatum» nel volto del Bambino Gesù, ci accetta come siamo. Buon Natale!

Giuseppe Andrich, vescovo

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