Gli impiantisti rassicurano i sindaci: «Tocca a noi la sicurezza sulle piste di sci»
BELLUNO
«I sindaci stiano tranquilli. Siamo già al lavoro per liberarli dalla “direttiva valanghe” e continuare, noi impiantisti, ad assumerci questa responsabilità».
Parola di Renzo Minella, presidente regionale dell’Anef, l’associazione degli impiantisti. «Rassicuro i pubblici amministratori - continua- sulla condivisione da parte di tutti gli impiantisti che la responsabilità della sicurezza in pista continui a ricadere sulle nostre società».
Il problema nasce dalla direttiva del presidente del Consiglio dei ministri pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 231 il 2 ottobre, meglio conosciuta come “direttiva valanghe”. Il documento vuole fornire gli indirizzi operativi non solo per l’organizzazione del sistema di allerta regionale ma anche per la pianificazione delle azioni di protezione civile territoriale nell’ambito del rischio valanghe. Vuole cioè indicare chi deve agire e come, in caso di un rischio grave di valanga.
Il federalismo anti-valanghivo proprio non ci sarà, a sentire Minella. «Spiegheremo a chi di dovere ed in particolare alla Protezione civile – afferma – che noi siamo organizzati per garantire la massima sicurezza sulle piste, giorno dopo giorno, anzi ora dopo ora».
Solo il Consorzio Dolomiti Superski, disponendo di 1400 km di piste, ha centinaia di “responsabili della sicurezza” che ogni giorno verificano lo stato delle piste di riferimento e, in caso di pericolo valanghe, procedono alla chiusura. Accade non solo a Cortina, Arabba, Falcade, Alleghe, ma anche nelle stazioni più periferiche, da Croce d’Aune al Nevegal.
Si tratta di tecnici professionalizzati, tra l’altro pagati profumatamente dalle società per il servizio che svolgono. Tecnici che hanno superato tutta una serie di prove ed hanno ottenuto la massima certificazione europea in materia. Solo nell’area di Falcade-San Pellegrino ce ne sono una decina. E sono proprio loro a dare il via, al mattino, ad ogni singolo impianto, dopo l’analisi delle condizioni appunto di sicurezza.
«Comprendiamo la dura reazione dei sindaci, perché – rileva Minella – essi stessi dovrebbero farsi la certificazione o, in ogni caso, assumere del personale da professionalizzare per questi compiti. Personale che sta in pista, non in municipio. Ecco perché riteniamo che per questa strada non si possa andare lontano».
L’Anef prenderà contatti con la Protezione civile regionale e nazionale per modificare la direttiva. E se sarà il caso contatterà anche il Governo, parlandone anzitutto al ministro Federico D’Incà.
Il presidente Minella ricorda che ogni progetto di pista e di impianto è sottoposto ad una severa verifica anti-valanghiva. Per procedere bisogna passare – ricorda ancora – attraverso le autorizzazioni dell’Arpav e della Provincia. Poi, è vero, ci possono essere emergenze maltempo impreviste per cui le situazioni a rischio si creano all’improvviso. Ecco, perché, ogni mattina dev’essere il responsabile della sicurezza a dare il via. E lo fa compilando una puntuale scheda tecnica che sarà la prova della sua responsabilità, in caso di amare sorprese.
I sindaci? «Hanno ragione a ribellarsi, perché ognuno di loro ha cento incombenze, alcune davvero molto pesanti; si pensi solo alle strade. Quindi faremo in modo che il testo della direttiva venga cambiato e la responsabilità restituita alle società. Il nostro non è solo un auspicio, ma chiederemo che il nostro impegno sia formalizzato in una nuova direttiva» conclude Minella. —
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