Gli incendi boschivi diminuiscono ma il rischio resta alto
BELLUNO. Diminuiscono gli incendi boschivi e si riducono le aree interessate. Si è concluso il lavoro di mappatura del rischio incendi nel Veneto, operazione che la Regione ha affidato alle Università di Padova e di Sassari utilizzando, per la prima volta in Europa, il modello di Paesi storicamente afflitti da grandi eventi distruttivi: Usa, Canada e Australia. Il modello offre una mappa che indica l’indice di rischio in ciascuna zona, sulla base di numerosi parametri. L’obiettivo è quello di individuare dove c’è la necessità di intensificare il servizio antincendi.
Per quanto riguarda la provincia di Belluno, il quadro che emerge non si discosta di molto dalle valutazioni del passato ed evidenzia un rischio inferiore rispetto ad altre zone più antropizzate, anche se la vastità del patrimonio boschivo aumenta la probabilità degli eventi.
«In generale», osserva l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin, che ha anche la delega alle foreste e all’economia montana, «non ci sono situazioni con differenze macroscopiche rispetto al resto d’Italia. Sono differenti, invece, le caratteristiche degli incendi boschivi che si verificano in montagna e quelli delle zone collinari della parte bassa del Veneto. Lì dove la componente antropica è più elevata, il rischio è maggiore soprattutto per il dolo, ma anche per i comportamenti colposi. In montagna, invece, oltre il 70% degli incendi è originato da fenomeni naturali e in particolare i fulmini. La montagna, però, è molto boscata ed è per questo motivo che l’elicottero regionale del servizio antincendio resta a Sospirolo».
Bottacin conferma che non ci saranno cambiamenti: l’unico elicottero in dotazione alla Regione, attraverso i Servizi forestali, rimarrà nel centro antincendi di Sospirolo tranne d’estate, quando viene già da tempo trasferito all’aeroporto di Treviso per la più elevata frequenza di incendi lungo il litorale. In base alla convenzione con Elifriulia (che scade quest’anno ed è già previsto un nuovo bando di gara) un secondo elicottero è pronto a intervenire nel giro di un’ora partendo da Udine e, in caso di eventi rilevanti, c’è anche una nuova convenzione con i vigili del fuoco che possono mettere a disposizione i loro mezzi aerei, oltre al fatto che è sempre pronta ad intervenire la Protezione civile nazionale e può arrivare il supporto da altre Regioni.
«Ma negli ultimi anni non è mai stato necessario», precisa Bottacin che ricorda gli incendi più rilevanti avvenuti nel bellunese nell’ultimo anno: «In Comelico, in Valle del Mis e a Soverzene. Per fortuna gli incendi sono sempre meno frequenti e interessano aree più ridotte, grazie all’intervento tempestivo delle nostre squadre, fattore essenziale negli incendi boschivi. La competenza antincendi è in mano alla Regione dal 2001 e da allora il fenomeno è in costante diminuzione».
Il nuovo piano evidenzia una carenza operativa solo nel litorale, dove si sta creando un gruppo di intervento a terra, mentre per i mezzi aerei non vi sono ulteriori esigenze.
Oltre al centro di Sospirolo è confermato anche l’uso del lago di Santa Croce come base di rifornimento idrico per i Canadair. Il motoscafo dell’Ana è stato spostato da Belluno al lago e si occupa di sgomberare il bacino prima dell’arrivo degli aerei antincendi. Nel complesso, il budget regionale per il 2018 nell’ambito dell’antincendi ammonta a 885 mila euro.
«Il piano subisce affinamenti continui», conclude Bottacin, «ma i dati ci danno ragione e confermano l’efficacia del metodo seguito finora».
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