Gli indagati sfilano in caserma

Parlano i 12 accusati di assenteismo. Un difensore: «Non è truffa»

BELLUNO. Interrogatori in corso. I 12 indagati per assenteismo dei Servizi forestali regionali del Bacino idrografico Piave-Livenza stanno sfilando di fronte ai carabinieri del Nucleo operativo radiomobile, che lavorano su delega della procura della Repubblica di Belluno. I dipendenti dei Servizi forestali di Belluno stanno dando la loro versione sui turni di lavoro, dopo essersi ritrovati sotto inchiesta, partita dalle segnalazioni di alcuni cittadini. Gli investigatori stanno verificando il loro operato: sicuramente timbravano il cartellino in orario come gli altri 23 dipendenti, al momento dell’entrata e dell’uscita dagli uffici di via Caffi, ma bisogna capire cosa facevano tra il buongiorno e la buonasera.

Le indagini sono ancora in corso, tanto è vero che gli indagati non hanno ancora ricevuto il modello 415 bis firmato dal procuratore Francesco Saverio Pavone, quello che decreta la fine dell’inchiesta, con l’invito a scegliere un difensore, perché c’è il rischio concreto di ritrovarsi un capo d’imputazione. Non è ancora il momento di mettersi a fare nomi e cognomi, ma uno di loro si è già affidato di fiducia agli avvocati Dolif e Frate: «Quello che possiamo confermare è che l’inchiesta non è terminata, di conseguenza quello che sappiamo, lo stiamo leggendo sui giornali», spiega Silvia Dolif, «naturalmente abbiamo parlato con il nostro assistito, ma per il momento manca un documento fondamentale, cioè l’avviso di fine indagini».

Le ipotesi di reato sono falsa attestazione dell’orario di lavoro e alterazione dei sistemi di rilevamento delle presenze lavorative, ma gli inquirenti stanno valutando anche la truffa e l’omessa vigilanza dei dirigenti: «Non crediamo che possa esserci la truffa», conclude Dolif, «ad ogni modo, è prematuro arrivare a qualsiasi tipo di conclusione. Dobbiamo aspettare». (g.s.)

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