Gli insegnanti sono attoniti «Non si muore a quell’età»

In molti sono presenti anche nel pomeriggio quando arriva la notizia che nessuno avrebbe mai voluto sentirsi dire

BELLUNO

Insegnanti increduli. Occhi sbarrati, sguardi persi nel vuoto in giro per l’istituto tecnico, nel corso di un sabato in cui molte aule sono piene anche nel pomeriggio. Gli studenti hanno lasciato il posto ai genitori e i molti professori sono rimasti. Magari chiedono di rimanere anonimi, ma non si sottraggono a un ricordo di Patrick Bogo: «Lo conoscevo bene», sottolinea uno che di ragazzi ne ha visti passare molti davanti alla sua cattedra, «era un ragazzo molto garbato e mi risulta che avesse anche un buon rendimento scolastico. Mai avuto alcun problema con lui. Inutile dire che ci dispiace tantissimo, normale quando è un giovane a perdere la vita in una tragedia in montagna. Pensavamo che potesse tornare a casa sano e salvo per ripresentarsi sui banchi lunedì per un’altra settimana di lezioni e laboratori e, invece, dovremo rassegnarci all’idea di non rivederlo più in mezzo a noi».

Una professoressa non sa ancora spiegarsi l’accaduto. È visibilmente scossa per una notizia inattesa, anche se dalla scomparsa erano passate ormai diverse ore e la preoccupazione saliva: «So che era andato in montagna da solo. Mi dicono anche che aveva lasciato un biglietto per avvertire i suoi familiari e sono convinta che avesse avuto qualche problema affettivo con una ragazza. Una coetanea, insomma. Sarebbe questo il motivo per cui ha deciso di allontanarsi, ma solo momentaneamente. Inaccettabile quello che è capitato, a maggior ragione in un’età così verde». —

G.S.



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