Gli negano il ricovero, muore in casa all’alba

I familiari di un anziano di Feltre protestano e chiedono l’autopsia. L’Usl spiega che l’uomo era malato terminale ma in condizioni stabili

FELTRE. Dimesso dall'ospedale in tarda serata, dopo un pomeriggio di attese e visite, anziano muore all'alba, dopo una notte riferita dai parenti e dalla moglie che lo ho assistito, come una “notte di inferno”. La famiglia di Angelo Zanella ha già fatto richiesta di autopsia e si riserva di intraprendere le vie giudiziarie «per evitare che quanto successo a noi, non si ripeta».

Tutto è successo fra il pomeriggio di venerdì, quando Angelo Zanella il paziente 83enne affetto da diverse patologie, è stato portato in ospedale a Feltre dalle figlie. L'anziano era stato dimesso solo una settimana prima dalla pneumologia con l'accordo di rivolgersi direttamente al reparto, in accesso diretto e senza transitare per il pronto soccorso, qualora fossero insorti nuovi problemi. Il medico curante che lo aveva appena visitato, ha preparato i familiari sulla possibilità che l'anziano fosse arrivato a fine vita e ha fatto l'impegnativa per il ricovero.

«Nel pomeriggio di ieri (venerdì, ndr), le condizioni del papà erano talmente brutte che, non senza fatica lo abbiamo caricato in auto per evitargli lo spavento dell'ambulanza, e lo abbiamo portato in ospedale», raccontano. «Nonostante il lasciapassare per la pneumologia, abbiamo dovuto fermarci in pronto soccorso dove il papà ha atteso per ore una visita sulla sedia a rotelle. In pronto soccorso è stato visitato, gli sono stati fatti gli accertamenti radiologici e gli esami del sangue, ed è stato infine inviato in pneumologia, con le indicazioni per un ricovero. Ma quando, in serata, è stato finalmente visto dal pneumologo di turno, questo lo ha visitato, ha guardato i parametri e ci ha detto di riportarlo a casa. Al momento la cosa ci ha rassicurato, se ce lo dice un medico che ragione avremo di dubitare? Ma dalle sue condizioni abbiamo capito anche noi che non sarebbe andato avanti ancora a lungo. Non hanno voluto ricoverarlo ed è stato dimesso con la prescrizione di mezza compressa di xanax due volte al dì per togliergli l'ansia, di polivitamici, di preparati in buste per l'alimentazione e di aggiunta di sale negli alimenti per compensare la carenza di sodio».

Ma l'inferno è cominciato subito ed è durato tutta la notte. L'anziano era molto sofferente, ha riferito la donna che ha vegliato il marito tutta la notte, fino a quando, verso l'alba, il cuore dell'uomo ha smesso di battere. «Non vogliamo nemmeno pensare a che tipo di morte abbia fatto nostro padre», dicono le donne. «Pensiamo invece che quando un anziano, documentato come paziente grave e fragile, si presenta in ospedale, non possa essere rimandato a casa, partendo dal presupposto che è meglio morire a casa propria. Al papà dovevano essere garantite le condizioni di protezione per non patire le pene dell'inferno. Per il momento abbiamo richiesto l'autopsia, lo vogliamo fare nell'interesse di persone nelle condizioni di nostro padre: alle persone vecchie e molto malate non si può negare un ricovero».

In merito alla vicenda l’Usl di Feltre risponde attraverso la dottoressa Erika Sampognaro, primario di cure primarie. «Si trattava di un paziente terminale, gli accertamenti fatti non si discostavano da quelli di una settimana prima, al momento della dimissione». L’autopsia si farà domani, non solo su richiesta della famiglia ma anche per decisione autonoma della Usl.

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