Gli schiamazzi e la musica disturbano il teatro
BELLUNO. Teatro con schiamazzi. È accaduto domenica sera al Comunale, dove è andato in scena il secondo appuntamento della Stagione di prosa del tib. Sul palco Maddalena Crippa e il fratello Giovanni con una pièce di Testori “Passione”, adattata e diretta da Daniela Nicosia del Tib Teatro. Un testo denso e coinvolgente, che il pubblico ha seguito con emozione e attenzione costanti, grazie anche alla intensa recitazione dei due interpreti, alla lapidaria e solenne scenografia, alla scelta dei brani musicali: in sala, e non succede sempre, non si sentiva alcun brusio, né un colpo di tosse. Ma, c’è un ma… Per tutta la durata dello spettacolo, l’atmosfera magica è stata guastata dai suoni, dalle grida e qualche volta dalle urla provenienti dall’esterno e prec isamente da un bar confinante con il Comunale. Una condizione questa che ha disturbato non poco la concentrazione degli attori e del pubblico, tanto che Maddalena Crippa, interrompendo i calorosi e entusiastici applausi finali, ha polemizzato: «Sono tanti anni che frequento questo storico teatro bellunese, dove ritrovo ogni volta un pubblico attento e in sintonia, e non è ammissibile che si venga disturbati così tanto e che sia permesso tanto rumore alle discoteche accanto al teatro».
Il fatto che l’attrice abbia pensato alle discoteche, dà la misura di quanto forti fossero i rumori. «Scriverò una lettera di protesta al Comune», ha concluso, «ma anche voi dovete far sentire la vostra voce».
Non è la prima volta che viene messa in evidenza questa mancanza di rispetto nei confronti del teatro e del suo pubblico. ma questa volta il presidente di Tib Teatro Labros Mangheras si arrabbia: «È stata una sofferenza per tutta la durata dello spettacolo, a più riprese sono uscito per chiedere di evitare le grida e le urla ai clienti del bar che riempivano Porta Dojona, ma con scarsi risultati. Inoltre, c’è da osservare che la porta stessa aggrava la situazione in quanto fa da “cassa di risonanza” al teatro».
C’è da aggiungere un particolare non meno importante: da tempo si denuncia lo stato disastroso delle porte di sicurezza del teatro: gli spifferi (e ovviamente i rumori) entrano indisturbati, si insinuano tra gli spettatori, in qualunque posto siano seduti, tanto che, se non si pone rimedio, prima o poi gli organizzatori dovranno consegnare al pubblico, assieme al programma di sala, un caldo plaid. Si rammarica del disagio che si ripete ogni volta che c’è teatro di prosa, anche Renzo Poloni, presidente della Fondazione Teatri delle Dolomiti: «È un problema noto: se non si riesce ad ottenere una sorta di autodisciplina per quella decina o poco più di serate al Comunale, bisognerà ricorrere d’autorità e scegliere se fare teatro o permettere il rumore all’esterno, senza dimenticare che il problema riguarda anche i residenti nella zona». «La Fondazione », prosegue Poloni, «ha compiti gestionali e propone al Comune, proprietario del teatro, gli interventi strutturali necessari. Abbiamo da tempo segnalato il grosso problema relativo ai rumori e alla temperatura; mi risulta che già l’anno scorso sia stato predisposto un finanziamento per il restauro delle porte, una cifra non eccessivamente elevata, si tratta di qualche decina di migliaia di euro e comunque ci sarebbe poi un risparmio sicuro sul riscaldamento».
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