Gli utenti bocciano i medici «Sottomessi alle delibere»
BELLUNO. Poco tempo da dedicare ai pazienti, visite di controllo con medici sempre diversi, poco sostegno dal territorio in caso di malati geriatrici non autosufficienti in dimissione dall’ospedale, insoddisfacente il rapporto tra camici bianchi e familiari dei ricoverati. Sono alcuni dei problemi segnalati alla referente provinciale di Cittadinanzattiva-Tribunale del malato, Ottorina Bompani, nel corso del 2016, problemi che sono stati portati all’attenzione della dirigenza dell’Usl 1 Dolomiti. «Abbiamo chiesto un incontro alla direzione strategica per cercare di rimediare al malcontento delle persone», dice Bompani. «Una cosa è certa: dobbiamo lavorare per ripristinare la fiducia tra medico e paziente che ormai si sta perdendo».
E il malcontento - anche se il numero di segnalazioni di disservizi si mantiene ai livelli dell’anno scorso (203 nel 2016 contro le 205 del 2015) - cresce insieme alla sensazione dei pazienti che i medici operino più per rispettare normative regionali o nazionali (che mirano al risparmio e alla razionalizzazione delle risorse e dei servizi), piuttosto che per garantire la giusta attenzione alla salute dei cittadini. «E questo non va assolutamente bene», sbotta Bompani. «I pazienti», scrive la referente dell’associazione per i diritti dei malati, «riferiscono che nelle visite di controllo trovano sempre medici diversi e hanno la sensazione che la visita stessa debba durare non più di un tot di minuti. E il più delle volte non si sentono ascoltati mentre parlano del loro problema, tanto che, insoddisfatti delle visite, il più delle volte preferiscono ricorrere anche a un consulto privato. Una cosa abbiamo chiesto a chiare lettere alla Usl: il medico che vede per la prima volta una paziente, deve sostenere anche le successive visite».
Critiche anche per i tagli al personale: «Soprattutto nei reparti accorpati di Oncologia, Medicina, Dermatologia Otorinolaringoiatria e Oculistica. È evidente», nota Bompani, «che questi accorpamenti hanno comportato un notevole risparmio di personale all’azienda sanitaria, ma con un maggiore disagio ai pazienti, ai loro familiari e agli stessi operatori. Abbiamo anche evidenziato che i medici di base sono restii a prescrivere subito accertamenti clinici, preferendo invece puntare su medicinali o altre terapie. Così facendo si provocano disagi nei pazienti, che perdono così del tempo prezioso per una cura adeguata. La sensazione che ho riscontrato nelle persone che si sono rivolte all’associazione, è che i medici (sia di base che ospedalieri) siano costretti a rispondere più alle delibere regionali, nazionali o delle Usl, piuttosto che al loro codice deontologico. Ma ribadisco: non si possono fare risparmi sulla salute delle persone. Il paziente deve essere sempre messo al centro dai medici».
«Tante volte», evidenzia ancora Bompani, «molte prestazioni sanitarie sono più convenienti se seguite nelle strutture private. Mi chiedo se questa non sia una strategia per incentivare il privato. Come capita da qualche tempo anche per le mammografie per le donne che non rientrano nell’età da screening».
A differenza degli altri anni, sono arrivate diverse segnalazioni da parte di familiari per disagi accaduti in strutture residenziali e case di riposo dovuti a mancanza di personale soprattutto nelle ore notturne.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi