Gonfiabili a Pian del Crep: protestano gli ambientalisti

Mountain Wilderness attacca Zoldo Park: «Non sembra di essere nelle Dolomiti»

Sono ritornati i gonfiabili ai piedi del Civetta, in Pian del Crep. È una proposta di Zoldo Park che fa discutere. Il terreno è delle delle Regole ed è affidato in gestione alla società Ski Civetta.



«Molti turisti si sono rivolti a Mountain Wildernes – fa sapere Giancarlo Gazzola, il portavoce del movimento – protestando per lo scempio culturale, che non ha nulla di identitario» . Di fronte al rifugio Pian del Crep sono state installate delle strutture gonfiabili, tappeti elastici, percorsi ad ostacoli, piscina, zona mare con sabbia, ombrelloni, lettini.

«Non sembra di essere nel cuore delle Dolomiti patrimonio dell’umanità, ma inseriti in una fiaba di dubbio gusto: rimane evidente solo il paesaggio, uno scenario che fa solo da sfondo e dove prevale l’idea che l’unico obiettivo sia legato alla cassa».



Camillo De Pellegrin, sindaco di Val di Zoldo, dice: «L’impatto dei gonfiabili, nel posto prescelto, è tale che oggettivamente suscita qualche perplessità. È anche vero, però, che se ci sono turisti che se ne lamentano, altri, soprattutto genitori, lo trovano un’opportunità. E siccome in montagna non è facile far tornare i conti, l’operazione è comprensibile sul piano economico».

D’altra parte, fa notare il sindaco, l’area interessata non è gestita direttamente dal Comune che, probabilmente, avrebbe fatto un’altra scelta.

Il luna park è pubblicizzato e documentato nei siti internet ed anche gli ospiti del rifugio, quei turisti demodé in cerca di silenzio e panorami intatti, si lamentano – fa sapere Gazzola – perché non possono gustarsi la profondità e la complessità del paesaggio.



Mountain Wilderness rivolge un accorato appello alle Regole e alla società Ski Civetta, e alle istituzioni, affinché intervengano prima dell’inizio della stagione estiva, «per rimuovere tale sfregio e pongano un freno a questo modo di fare turismo in alta quota, nelle Dolomiti, prima che simile banalizzazione distrugga la nostra dignità e identità».

Gli ambientalisti fanno notare, con preoccupazione, che c’è una tendenza alla mercificazione della montagna. Insomma, «non è possibile maltrattare la montagna in questo modo, dove è finito l’orgoglio delle genti dolomitiche e ladine?» «La Fondazione Dolomiti Unesco ha risposto a queste domande», spiegano, «ha coinvolto le amministrazioni pubbliche e le Regole con un serio piano di gestione, con linee di indirizzo chiare, basate sulla qualità della offerta».

Il sindaco De Pellegrin condivide la filosofia di questo approccio, al tempo stesso invita a pazientare. «Ci sono impianti di risalita che d’estate possono funzionare solo perché – spiega – hanno altri richiami, altrimenti quello che è un servizio anche pubblico rimarrebbe disattivato». —


 

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